Erba di casa mia
di FRANCO BIFANO
SE vi dicessi che questa foto è stata scattata durante la bella escursione in Sila organizzata domenica scorsa da “CamminiAmo Acri”, sarebbe credo plausibile. (Quanto avrei voluto esserci!). Oppure, se vi dicessi che quello che si vede è un tipico sentiero che conduce a un podere dove si trovano alberi di ciliege sarebbe ancora forse più credibile, magari con la speranza di poterci andare per fare un po’ di raccolta visto che quest’anno il frutto scarseggia.
E se invece vi dicessi che questo è il percorso che si trova ad affrontare ogni giorno chi esce di casa in un quartiere a pochi passi dalla centralissima via Padula, sareste sorpresi? Anch’io! Quel quartiere lo conosco bene, ho giocato spesso lì da ragazzo, trovare quella strada in uno stato di totale abbandono, mi amareggia. Una signora in po’avanti con gli anni vedendomi passare mi ha detto, con il garbo tipico delle persone per bene e quasi a volersi scusare, “fate attenzione a tutta questa erba alta e a qualche zecca”. Quanta gentilezza si ritrova nella nostra gente, anche in situazioni di imbarazzo! Mi chiedo invece quanta sciatteria, superficialità ed incuria c’è voluta negli anni per arrivare ad un simile risultato. Per consentire che un’intera strada venisse letteralmente divorata da erbaccia e sterpaglie. Un accumulo spropositato che mortifica e rende la vita difficile a chi vive in quella realtà, e magari vorrebbe uscire anche solo per effettuare una passeggiata in queste serate afose. Le foto documentano un situazione che non penso possa andare oltre. Credo che sia quindi arrivato il momento di intervenire, non solo per dovere civile e per decoro, ma soprattutto in ossequio all’ordinanza comunale che obbliga (ma va?) ad eliminare le sterpaglie prima che prendano fuoco. E’ difficile pensare che proprio l’Amministrazione voglia dare un pessimo esempio, non adempiendo al rispetto delle ordinanze che ella stessa emette. Altrimenti si porrebbe il problema di chi multare, non vi pare? Confido quindi in un tempestivo intervento.
Ora, non mi meraviglierei se anche in questa occasione qualche cortigiano (categoria in continua espansione!) speranzoso di continuare ad accreditarsi alla corte non perdesse l’occasione per parlare di solite polemiche strumentali. Certo il cortigiano, persona fine, magari sarà già passato da quella strada, ma avrà preferito far finta di niente, di non vedere. Fa sempre cosi il galantuomo! Quello che conta per lui è poter continuare a dire orgogliosamente, a chi di dovere, che va tutto bene madama la marchesa, asciugandosi poi con nonchalance il sottile strato di bava che inevitabilmente fa capolino dalla bocca.