DI ANDREINA MORRONE- FONTE OTTOETRENTA.IT
ACRI (CS) – Poeta, scrittore (già firma dei principali quotidiani nazionali quali il Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa e Il Fatto Quotidiano), documentarista, fotografo, attivista e organizzatore di eventi culturali, Franco Arminio sarà presto anche cittadino onorario di Acri.
Il tutto avverrà dopo la presentazione del suo nuovo libro, “L’infinito senza farci caso”, raccolta di poesie d’amore edita da Bompiani, in programma il prossimo 2 dicembre alle ore 18, nella Sala delle Colonne di Palazzo Sanseverino-Falcone, ad Acri.
Personaggio di spessore, nella sua importante carriera Arminio ha sempre posto da sempre al centro del suo lavoro quella che lui stesso ha definito “l’Italia profonda”: vale a dire l’Italia d’entroterra, delle aree appenniniche e collinari, ai margini del turismo, dell’industria, del commercio. Un’area che rappresenta circa tre quinti del Paese, raccoglie poco meno di un quarto della sua popolazione ed è caratterizzata da un’incredibile diversificazione: naturale, agroalimentare, antropologica, culturale. «Come si fa a non vedere che la questione dell’Italia è la questione dei paesi?», affermava Arminio in una recente intervista.
«Per anni ci siamo attardati sulla questione meridionale e invece c’era una storia che riguardava tutta la penisola, era la storia dell’Italia alta, dell’Italia interna, una storia che va da Comiso a Merano. L’assunto è che l’Italia interna non è un problema, ma una mancata opportunità per il Paese».
A dare forza a questa sua battaglia culturale ce n’è poi un’altra. «L’anima del mondo – come scrive lui stesso sul sito della “Casa della Paesologia”, associazione che ha fondato nel 2015 – è finita perché sommersa dalle merci, le merci ci sono sembrate più comode al posto dell’anima, e la vita è diventata una trafila burocratica, una faccenda gestita da una ragione anemica e sfiduciata. Le merci hanno messo fuori gioco ogni leggenda, fuori gioco il sogno e in fondo anche l’amore, alla fine tutto quello che discende dall’anima è come se fosse messo fuori gioco». In questa visione le cosiddette “aree fragili” si trovano all’improvviso avvantaggiate, perché possono più facilmente tornare a essere spazi in cui coltivare la poesia e la creatività, una rete di relazioni di comunità, un rapporto sano con il paesaggio; possono cioè diventare culla di quello che Arminio ha definito un nuovo “umanesimo delle montagne”.
DALLA “CASA DELLA PAESOLOGIA” A SILUNA
È proprio in questa poetica che affonda le radici l’Associazione Culturale Siluna, nata ad Acri nel 2018 con l’obiettivo di valorizzare il paese e il territorio della Sila esaltandone le vocazioni attraverso lʼorganizzazione di appuntamenti culturali e performance artistiche, musicali, letterarie. Nello stesso anno si è svolta – grazie alla partnership con l’Amministrazione Comunale e con numerose realtà istituzionali e imprenditoriali locali – la prima edizione del Siluna Fest, una manifestazione fortemente ispirata e gemellata al Festival “La Luna e i Calanchi” di Aliano (Matera), di cui Arminio è ideatore e direttore artistico dal 2012; e nell’estate del 2019 la seconda annualità del festival ha confermato la capacità del Siluna di porsi come una manifestazione di carattere inter-regionale.
«Incentivare la partecipazione attiva dei cittadini alla promozione del proprio territorio attraverso la cultura è un eccezionale strumento per ricreare i legami che ci rendono una comunità. Se oggi nella nostra cittadina esiste questa opportunità – afferma Giacinto Le Pera, presidente dell’Associazione Siluna – lo dobbiamo proprio a Franco Arminio, che oltre a porre costantemente l’attenzione, col suo lavoro, sul problema dello spopolamento delle aree interne, si è speso in prima persona per supportare l’iniziativa sul territorio di Acri, facendo visita più volte alla nostra Città».
LA CITTADINANZA ONORARIA
Dopo la presentazione a Franco Arminio verrà conferita la cittadinanza onoraria di Acri. Le motivazioni verranno lette nel corso della cerimonia.