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ACRI | Caso Ritacco: ad un anno dalla morte la famiglia continua a chiedere giustizia e verità.

Di Rosanna Caravetta

Acri. È passato un anno esatto da quel 27 maggio 2019 quando la cittadina silana si risveglio con la notizia della morte improvvisa del 43 enne Marco Ritacco. Ed oggi, mentre le indagini vanno avanti, per i familiari e i sui amici è soprattutto il giorno del ricordo con una messa in suo suffragio che verrà celebrata alle 19 nella chiesa della Santissima Annunziata. Una famiglia, quella di Ritacco, che ha attraversato mesi difficilissimi sopraffatta dal dolore per l’improvvisa morte ma che tuttavia non ha perso la forza di continuare a chiedere e pretendere giustizia. “Il dolore è fortissimo – ha detto la sorella Mariafrancesca- ma altrettanto forte è il nostro desiderio di conoscere la verità. Non ci fermeremo fino a quando non sapremo cosa è realmente accaduto a mio fratello”. Sulle cause del decesso di Ritacco indaga infatti da mesi la magistratura all’indomani della denuncia presentata proprio dai familiari che si sono sempre detti certi che quel decesso si sarebbe potuto evitare. Ritacco si spense nel letto della sua abitazione nelle primissime ore del mattino di quel tragico lunedì dopo essersi recato, nei giorni precedenti, ovvero tra sabato e domenica,per ben due volte presso il pronto soccorso dell’ospedale “Beato Angelo” accusando forti dolori al petto e un senso di spossatezza. Dalla ricostruzione fornita dalla famiglia e messa nero su bianco nella denuncia, Ritacco sembrerebbe essere stato dimesso la prima volta dal pronto soccorso “con certificato d’accesso con diagnosi di sindrome influenzale”. Il giorno successivo, recatosi nuovamente presso la struttura sanitaria e ritrovando lo stesso medico del giorno precedente a Ritacco venne misurata solo la pressione sanguigna e, senza rilasciare alcun certificato d’accesso,rimandato a casa dove si spegnerà qualche ora dopo. Sul corpo del giovane venne eseguita l’autopsia.

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