Ieri pomeriggio nella basilica del Beato Angelo sono state celebrate le esequie dell’avvocato Nicola Conforti, di 62 anni.
Tantissimi coloro i quali hanno voluto portare personalmente il loro saluto a una persona che in vita si è saputo distinguere per signorilità e correttezza.
La sua sete di sapere l’ha sempre portato ad approfondire ogni cosa suscitasse la sua inesauribile curiosità.
Persona estremamente elegante, non si ricorda di lui un atteggiamento sopra le righe, anche quando nell’agone della contrapposizione politica era stato indiscusso protagonista della stagione ideologica che ha preceduto la caduta del muro.
Il tratto signorile dei suoi atteggiamenti cozzava tuttavia con un carattere pugnace, al limite della testardaggine, quando si trattava di far valere principi e valori su cui non transigeva.
Una personalità simile fa a pugni con un gesto che possa far pensare alla volontà di porre fine alla propria vita.
L’avvocato Conforti ha terminato la propria esistenza su un marciapiede che delimita l’edificio in cui viveva, in un complesso residenziale in via Enrico Berlinguer, poco prima di mezzogiorno di venerdì.
Sulle prime, quel volo dalla finestra del bagno sembrava essere stato volontario. La scena che si era presentata agli inquirenti all’interno dell’appartamento sembrava essere compatibile con questa ipotesi.
Le successive testimonianze dei congiunti l’hanno tuttavia integrata e prende seriamente corpo l’ipotesi della fatalità, di un incidente in cui Nicola Conforti avrebbe perso la vita.
Persona metodica, aveva chiesto a sua sorella di preparargli il solito pranzo del venerdì, aveva sentito i figli poco prima e con loro aveva parlato di alcune questioni familiari.
Era determinato a portare avanti una questione legale per vicende private e non ha lasciato alcun biglietto indirizzato ai congiunti in cui spiegare l’eventuale gesto insano.
Insomma, la personalità dell’uomo e le sue ultime ore di vita sarebbero del tutto incompatibili con la decisione di farla finita. Coloro che l’hanno visto o sentito tra giovedì e venerdì sono pronti a giurare che si sia trattato di una tragica fatalità, sebbene il dubbio sia probabilmente destinato a perdurare.
Piero Cirino
Da “Il Quotidiano della Calabria” dell’08-06-2014.