Di Alessandro SICILIANO
Un Sud che dimostra, qualora fosse ancora necessario farlo, che a parità di OPPORTUNITA’ sa farsi valere, apprezzare, conoscere, amare, scegliere oltre ogni confine.
Un talento puro scoperto grazie alla sagacia e alla competenza tecnica dei Pooh nella splendida e solare persona di Roby Facchinetti, bergamasco doc, e di suo figlio Francesco .
Fabio Curto, figlio d’arte, … un signor NESSUNO(laureato) che ha creduto fino in fondo nelle sue innate capacità canore e artistiche che con abnegazione, studio, modestia, sofferenza, solitudine, ricerca, conoscenza e arricchimenti vari nel mondo (GIRAMONDO e ARTISTA di STRADA – Musicante professionista) ha raggiunto un traguardo importante per se stesso, dando altresì lustro indiretto a tutta una comunità che per magia si è lasciata persuadere e conquistare dalla sua calda voce, ma anche dal suo carattere dolce, fiero, sereno, educato, emotivo e passionale.
Un successo meritato che Acri ha sentito “SUO” fin dal primo istante di clamore, facendolo proprio. Un suo figlio naturale che menzionava, meritatamente e orgogliosamente, Acri quale sua terra natia.
Ne è dimostrazione la grande gioia e l’affetto smisurato che gli sta tributando tutta la comunità acrese, con la sua venuta in Acri, per il suo primo concerto in assoluto su scala nazionale e speriamo internazionale che sicuramente avrà reso fiero se stesso e ancor di più ogni singolo cittadino di appartenere e di sentirsi acrese doc.
Acri, piccola grande cittadina che si sveglia, almeno per una giornata dal torpore che la contraddistingue ormai da troppi anni, decenni, di decadentismo smisurato, apatia, dal punto di vista culturale e sociale.
Eppure come si evince, da questa semplice manifestazione, Acri e i suoi gaudenti cittadini, hanno ancora nel loro Dna, nel loro CUORE, un fervore e una passione civile fuori dal normale.
Basterebbe che “qualcuno”…(tutti) con responsabilità, audacia e coraggio la sapesse veicolare, stuzzicare, rivi-vacizzare, stimolare, promuovere per farla tornare allo splendore di sempre e al suo legittimo e naturale alveo di culla culturale che da sempre la contraddistingue nel circondario e in tutta la Calabria (…..teatro tenda, concerti classica e pop, teatro, anphiteatro, cinema, sagre, fiere, rassegne).
Acri, culla di Poeti, scrittori, filosofi….depauperata e depredata di ogni cosa. Relegata a mera triste, goffa, apatica spettatrice del suo declino.
Una città troppo spesso sottovalutata, criticata e denigrata (…da tutti indistintamente), bistrattata e offesa rispetto al suo valoroso e importante passato, cui è sempre più negato eo ostacolato un futuro, una visione di lungo e largo respiro, una speranza che con piccole leve, accortezze, potrebbe ritornare ad essere fiorente e brillante proprio come i bei ricordi del passato.
Bisogna che ognuno di noi creda e investa sulla e nella propria città, nella comunità che deve difendere, promuovere e valorizzare enfatizzando ogni singola provvidenziale sfaccettatura.
Vanno ri-posti , da tutti noi,” assolutamente” nuove propositive basi, idee, intuizioni e scommesse che facciano ripartire una comunità che ha perso l’animo e l’anima da combattente che la storia le ha regalato.
Un pò di sano orgoglio e fierezza, proprio come quello che oggi Fabio ha dimostrato a tutti noi. Un “virus” che ha trasmesso alle varie generazioni che hanno voluto ritrovarsi, tutti insieme, in una piazza Purgatorio, sinonimo esso stesso di pena e speranza salvifica verso un Paradiso che tutti vorremmo raggiungere, ma che va saputo ricercare, costruire, coltivare e che soprattutto va meritato con sacrificio e buone azioni nell’interesse esclusivo della propria comunità, vero bene comune di tutti noi.
“ItacAcri“, oggi ha il compito di ringraziare il suo “Ulisse Fabio” per il bellissimo e sentito regalo che ha voluto elargire insieme ai Facchinetti a questa nostra meravigliosa città, e a tutti coloro che hanno dimostrato con orgoglio di volerci essere dimostrando interesse e partecipazione verso un evento che ognuno deve imparare a volere e “ pretendere” attivamente facendo si che diventi costume quotidiano.
Guardatela oggi Acri (..ieri), come è bella, come è viva, come è gioviale, come è ospitale, allegra, affabile, spiritosa, orgogliosa, fiera del suo Bronzo di Riace.