Domani al Maca (Museo Arte Contemporanea Acri), alle ore 18:00, si tiene una doppia inaugurazione.
Le ampie sale del Piano Nobile ospiteranno una collezione di circa sessanta opere del Maestro Max Marra (Paola, 1950, vivere e lavora a Lissone), grande sperimentatore votato alla ricerca costante di un’arte capace di sorpassare le barriere tra i diversi media rappresentativi.
La mostra, intitolata “Traccia e prospettiva”, ripercorre gli ultime trent’anni di carriera dell’artista.
“L’incessante ricerca di materiali e forme espressive originali – si apprende da una nota del Maca -, dallo spiccato fascino avanguardista, è attestata dall’eterogeneità delle opere esposte, che spaziano dalla pittura più pura e astratta, alle sculture fatte di assemblaggi polimaterici, fino alla creazione di opere plastiche, tridimensionali e pittoriche allo stesso tempo, che infrangono i limiti tra le due forme espressive”.
In contemporanea con la mostra di Max Marra, verrà inaugurata la prima tappa del progetto espositivo itinerante Young at Art, composta da circa trenta opere di dieci giovani artisti originari della Calabria e della Basilicata, selezionati tra quasi cento candidature presentate al concorso preliminare.
Il titolo BasiCally, “oltre a essere una crasi dei nomi delle due regioni, è un avverbio inglese il cui significato, “fondamentalmente, essenzialmente”, richiama l’attenzione su quell’essenza intangibile, ma chiaramente percepibile, che accomuna il territorio calabrese a quello lucano, entrambi rigogliosi e variegati, come la produzione essenzialmente artistica che scaturisce da essi”.
Le circa trenta opere dei dieci artisti protagonisti del progetto (Ettore Basentini, Marta Cerminara, Francesco Cristiano, Debora De Bartolo, Annamaria Di Lecce, Valentina Ferrandese, Roberto Gentili, Antonella Malvasi, Adua Martina Rosarno e Francesco Speciale), esposte negli spazi dedicati alla collezione permanente di dipinti e sculture dell’artista Silvio Vigliaturo, “quasi a formare un dialogo con esse, sono una vivida testimonianza della grande varietà di approcci e linguaggi, sintomo della fertilità della scena contemporanea delle due regioni”.
Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” del 15-04-2016.