Acri-Dopo il Mab, il consiglio comunale dice no al baratto amministrativo
Com’era inevitabile che fosse, il diniego alla fondazione Mab, opposto dal consiglio comunale nella seduta di lunedì sera, ha suscitato un vespaio di polemiche.
L’ha votato la maggioranza e la consigliera di opposizione Ester Manes, adducendo forti perplessità sullo strumento di gestione del progetto, affidato a una fondazione, con lo spettro dell’ennesimo carrozzone da foraggiare.
Le opposizioni hanno invece accusato il sindaco Nicola Tenuta di opportunismo politico e di averci ripensato, sconfessando l’operato del suo vice, Salvatore Ferraro, a un passo dalle dimissioni.
Per la maggioranza, la mancata adesione alla fondazione non corrisponde a un de profundis al Mab, ma come questo possa essere, se la fondazione verrà costituita, sarà tutto da verificare.
Nei prossimi giorni non mancheranno le prese di posizione, ma nel frattempo il consiglio ha affossato anche un’altra proposta: quella del baratto amministrativo.
Anche questo punto, così come quello sul Mab, era arrivato in consiglio sotto forma di mozione presentata dalle opposizioni, in questo caso dall’area di riferimento del Partito Democratico.
Pure in questa circostanza ha deciso la sola maggioranza, al termine di uno striminzito dibattito seguito alla relazione della consigliera Maria Mascitti.
L’istituto è stato già adottato da numerosi Comuni italiani, ma, per la maggioranza, sulla sua applicazione esiste più di una perplessità.
Questo permetterebbe, soprattutto in forma associativa, ai cittadini non in grado di pagare i tributi comunali, di saldare il conto con prestazioni lavorative.
Sarebbe possibile solo dietro la presentazione e l’approvazione di un progetto attinente alla natura del tributo da versare e non sarebbero compatibili le eventuali tasse pregresse non versate.
Due note, una dell’Anci e una della Corte dei Conti dell’Emilia Romagna, sono state interpretate dalla maggioranza come validi argomenti atti a suffragare le sue perplessità; che, per le opposizioni, erano frutto solo di un pregiudizio.
Per le minoranze invece il baratto amministrativo sarebbe stato un utile strumento per le fasce più deboli, in una fase di prolungata congiuntura economica e di scarse opportunità di lavoro per chi non ce l’ha. Tanto, questo il ragionamento di chi la proposta l’ha presentata e sottoscritta, il contribuente non sarebbe comunque nelle condizioni di pagare le tasse.
Essendo stato respinto il proposito del baratto amministrativo, non c’è stato neanche bisogno di lavorare su un possibile regolamento.
Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” del 06-04-2016.