Alla fine la sala convegni del convento San Francesco di Paola si è rivelata piccola rispetto alla presenza di pubblico, accorso, nei giorni scorsi, ad assistere alla presentazione del nuovo libro di Massimo Conocchia, “La malaria in Calabria tra fine Ottocento e inizio Novecento”.
L’iniziativa è stata promossa dal locale Lions Club e vi hanno preso parte, oltre all’autore, Natale Viteritti, presidente del Lions Club di Acri; Paolo Pancaro, presidente della zona 20 Lions; Maria Mascitti, assessore comunale alla Cultura; Emanuele Le Pera, assessore comunale alla Sanità; Pasquale Julia, medico chirurgo; e Fulvio Librandi, docente Unical di Antropologia Culturale. Ha coordinato i lavori Maria Rita Iaconetti, docente all’Ipsia-Iti di Acri.
Massimo Conocchia, cardiologo e cardiochirurgo, è alla sua terza pubblicazione e, rispetto ai primi due libri di narrativa, stavolta si cimenta con il saggio. Lo fa con un testo che descrive uno spaccato storico e culturale, doviziosamente documentato, in cui racconta “una storia tragica tra miopie istituzionali e impegno dei singoli”.
Così la lotta contro la malaria nel periodo post-unitario diventa il pretesto per raccontare un’Italia già allora a due corsie, con una questione meridionale esplosa in tutte le sue sfaccettature e un Nord verso cui la classe politica mostra una sensibilità diversa, anche nel trattamento della diffusione della malaria.
Sullo sfondo si stagliano le figure individuali di alcuni giganti, come Umberto Zanotti Bianco, che con la loro opera riescono laddove fallisce lo Stato. Nel libro, in un efficace ritratto biografico, Conocchia riesce a far comprendere cosa costoro siano riusciti a fare e con quali risorse.
Non è un volume cui accostarsi con la leggerezza tipica della narrativa, ma rappresenta un importante strumento per chi sulla questione voglia saperne di più.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 02-02-2018 Piero Cirino