Nei giorni scorsi la Laca (Libera Associazione Citadini Acresi), come si apprende da una nota, “ha chiesto e ottenuto un incontro con una delegazione di parlamentari 5 Stelle, gli onorevoli Sapia e Forciniti e la senatrice Abate”. Dall’incontro e dall’ispezione presso l’ospedale cittadino che ne è seguita, “è risultato evidente la situazione disastrosa in cui versa la sanità in Calabria, ed in particolare ad Acri, causata da anni di mala gestione, dallo sperpero di risorse, che ha visto privilegiare la sanità privata a discapito di quella pubblica. Per noi, i responsabili di questo sfacelo vanno ricercati tra chi poteva fare e non ha fatto,e chi oggi ha ruoli direttivi e di controllo. Il presidente Oliverio, che aveva giurato di incatenarsi davanti al ministero a Roma; il commissario Scura, che tutto a fatto salvo adottare misure favorevoli per le zone montane; il direttore generale Mauro che nel consiglio comunale aperto di più di un anno fa ha proferito le proverbiali “promesse da marinaio”; il sindaco Capalbo, che ha detto che “la salute viene prima della politica” e che avrebbe fatto tutto il possibile per questo territorio, perfino mettersi a capo di un corteo di cittadini e marciare verso la Regione.
Purtroppo – prosegue la Laca – a tutt’oggi viviamo in una fase di stallo in cui non è stato realizzato nulla di quanto promesso. Eppure le proposte ci sono, le stesse che abbiamo presentato ai parlamentari 5 Stelle”.
Quindi, “quelle a breve termine sono l’immediato rilancio della Chirurgia multidisciplinare, con l’assunzione di medici chirurghi e anestesisti, l’apertura del reparto di Lungodegenza, riattivazione dei servizi di radiologia Tac e Rm. Altre proposte a medio e lungo termine sono in cantiere, ma la politica locale, invece di ascoltare la voce dei cittadini fa demagogia e cerca di nascondere la polvere sotto il tappeto. Una politica sorda e miope – conclude la nota -, che non ascolta il lamento della popolazione che chiede servizi sanitari efficienti e che non vede il disagio dei cittadini. A questi ultimi, non resta altro che vedere come organizzarsi e decidere il da farsi per far valere i propri diritti”.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 09-11-2018 Piero Cirino