Nei giorni scorsi, con riferimento all’allarme lanciato dall’assessore comunale all’Ambiente, Salvatore Ferraro, sugli elevati livelli di benzene rilevati ad Acri, l’ex portavoce cittadino della Fiamma Tricolore, Mario Gattabria, aveva scritto all’Arpacal.
Gattabria, in particolare, ricordava una sua denuncia del 2009, passata del tutto inosservata. In quella circostanza c’era l’invito a ulteriori indagini nel sottosuolo acrese, per verificare l’eventuale presenza di sostanze tossiche o addirittura più nocive alla salute dei cittadini.
A stretto giro di posta, la risposta del Servizio Tematico Suolo e Rifiuti dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria. In riferimento alla richiesta di Gattabria, l’Arpacal scrive che “il decreto legislativo 152/2006 prevede che le indagini preliminari su siti potenzialmente interessati da contaminazione del suolo, qualora non effettuate dai responsabili dell’inquinamento o dai proprietari dei siti stessi, vengano svolte dalle amministrazioni comunali o, in subordine, dall’amministrazione regionale, che, evidentemente, devono farsi carico dell’onere economico necessario per l’effettuazione di sondaggi, scavi, campionamenti e determinazioni analitiche”.
In ogni caso, l’istanza di Mario Gattabria “viene inoltrata al Comune di Acri e alla Regione Calabria per le valutazioni del caso, precisando che questa Agenzia, nel caso in cui la amministrazioni citate convengano di promuovere una campagna di sondaggi e campionamenti di suolo nel Comune di Acri sostenendone le spese necessarie a eseguirle, è pienamente disponibile a fornire la propria collaborazione a effettuare le analisi chimiche sui campioni prelevati, nell’ambito delle proprie competenze istituzionali di controllo”.
Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” del 22-03-2015.