Luca Roselli, avvocato di 41 anni, è il nuovo presidente del consiglio comunale. Quella che in circostanze normali sarebbe stata la notizia in grado di occupare la scena nelle assise municipali, ieri è quasi passata in secondo piano.
A farle ombra è stata la sentenza delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti di Roma, che proprio ieri ha respinto il ricorso presentato dal Comune avverso la decisione della magistratura contabile regionale, che nello scorso mese di luglio aveva respinto il piano di riequilibrio finanziario pluriennale.
Nel darne comunicazione al consiglio, il sindaco Nicola Tenuta, pur non nascondendo la sua delusione, ha invitato tutti ad aspettare le motivazioni della sentenza romana, che dovranno essere depositate entro trenta giorni, per capire se vi siano ulteriori spiragli per evitare il default dell’ente.
La pronuncia di ieri tuttavia manda in dissesto il Comune, con tutto ciò che ne consegue. Ad Acri arriveranno i commissari per gestire questa fase dai contorni temporali sbiaditi, mentre per i cittadini si riapre una fase di sudore, lacrime e sangue, con tasse al massimo e servizi al minimo. Questa condizione gli acresi l’avevano già vissuta, per qualche mese, a inizio 2014, cioè dalla dichiarazione di dissesto del consiglio comunale del dicembre 2013, a fine aprile 2014, cioè fino alla sentenza delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti di Roma, che accoglieva il relativo ricorso presentato dal Comune.
L’ennesima bocciatura del piano di riequilibrio finanziario, noto come predissesto, elaborato con la consulenza della fondazione Trasparenza, ieri, sebbene non fosse all’ordine del giorno, ha innescato il dibattito tra le forze politiche, una sorta di antipasto di quello più corposo che si terrà subito dopo il deposito delle motivazioni da qui a un mese.
Per quanto riguarda l’elezione del nuovo presidente del consiglio comunale, sono state soprattutto le opposizioni a gettare benzina sul fuoco della polemica. Solo lo scorso 16 settembre il consiglio comunale aveva rieletto Cosimo Fabbricatore, dopo le sue dimissioni. In quella circostanza si trattò di una elezione “monca”, cioè avvenuta solo grazie allo stesso voto determinante di Fabbricatore e una scheda bianca in maggioranza. A distanza di qualche settimana, nuove dimissioni, proprio perché quella votazione aveva solo cristallizzato problemi che non sono mai stati rimossi. Fabbricatore porta a termine la sua esperienza dopo circa tre anni e mezzo, tre mozioni di sfiducia e due dimissioni. Ieri in aula il presidente uscente non ha nascosto la sua amarezza, soprattutto perché è venuta meno nei suoi confronti la fiducia della maggioranza. Subito dopo l’elezione di Roselli, ha annunciato di collocarsi in consiglio da dipendente.
In consiglio ha fatto capolino anche la questione della chiusura delle quattro scuole tra Infanzia e Primaria, per criticità strutturali degli edifici che le ospitavano. E’ stata individuata una soluzione tampone, che tuttavia non raccoglie consensi unanimi. Anche sul randagismo non sono mancati gli spunti polemici tra maggioranza e opposizioni.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 10-11-2016 Piero Cirino