Acri-Tasse, dopo lo sciopero si va in tribunale
Il day after della imponente manifestazione che giovedì scorso ha portato in piazza cinquemila persone contro l’aumento delle tasse comunali è dedicato alle riflessioni.
Il comitato “Libera Associazione Cittadina Acrese”, che l’ha promossa, legittimamente gongola. L’esito dell’iniziativa è un imprimatur popolare a procedere in questa vertenza aperta con l’amministrazione comunale.
Ora la questione si sposterà nelle sedi giudiziarie per comprendere se la richiesta di abbattimento della Tari dell’80%, in seguito al mancato o parziale svolgimento del servizio di raccolta dei rifiuti nel 2014, sia legittima.
L’amministrazione comunale, con una posizione ribadita giovedì anche dal vicesindaco Salvatore Ferraro, ritiene che non vi siano le condizioni oggettive per applicare l’articolo 35 del regolamento comunale.
Il comitato riflette sugli strumenti più adeguati per le proprie rivendicazioni ufficiali. Sulla Tari si pensa a una class action, medesimo destino anche per le bollette relative al consumo di acqua. In questo caso si contesta l’eccessiva quota minima, di 140 metri cubi.
Non suscita particolare passione la proposta venuta fuori nell’incontro di giovedì mattina con il vicesindaco di rivalersi sulla Regione per i danni che nel 2014 sono stati determinati dalla chiusura delle discariche, con il contestuale e deprimente scenario di città invase dai rifiuti.
Intanto nell’attesa di capire come finirà la questione, vi è un’ampia percentuale di contribuenti che la Tari non l’ha ancora pagata e molti probabilmente non la pagheranno, aspettando di capire quale sia la via migliore in sede giudiziaria per chiedere l’abbattimento dell’80% del tributo.
Si riflette anche sul comitato civico, nato spontaneamente sulla tari e sull’acqua, ma che potrebbe estendere i propri interessi anche ad altri fronti caldi.
In tanti giovedì hanno espresso l’auspicio che pure in altri centri della regione si alzi la voce di protesta, essendo questa una situazione comune all’intera Calabria.
Questo servirebbe anche a conferire maggiore consistenza alle rivendicazioni partite da Acri.
Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” del 21-02-2015.