Che quella di ieri non sarebbe stata una seduta di semplice presa d’atto degli effetti del rimpasto di giunta, era una convinzione diffusa.
Il sindaco Pino Capalbo ha comunicato ufficialmente al consiglio comunale l’ingresso in giunta dei tre nuovi assessori Giuseppe Giudice, Francesca Abbruzzese e Salvatore Fusaro. Quest’ultimo ha dunque abbandonato l’assemblea civica, cedendo il posto al primo dei non eletti del Movimento Acri Democratica, Luigi Cavallotti.
Il sindaco ha ripercorso i passaggi del rimpasto, ricordando che la necessità di qualche aggiustamento con il treno in corsa era un’esigenza condivisa dall’intera maggioranza consiliare. Alla fine, per utilizzare le sue parole, l’operazione si è conclusa con “un’autentica scossa”.
Queste dinamiche hanno inevitabilmente stimolato le opposizioni, che hanno sostanzialmente definito contradditorio un giudizio positivo sull’operato dell’esecutivo con la sostituzione di tre dei cinque assessori.
Ma le fasi di maggiore contrapposizione, e spesso di tensione, si sono avute sulle comunicazioni del presidente del consiglio comunale, Mario Fusaro.
Quest’ultimo era, fino a ieri, l’unico rappresentante nell’assemblea di Sinistra Italiana, che, in seguito al rimpasto, e in polemica con il sindaco, è uscita dalla maggioranza. Fusaro ha preso le distanze dal suo partito e ieri ha annunciato di essersi autosospeso e di aver aderito al gruppo consiliare del Movimento Acri Democratica. Ha quindi aggiunto di non essersi dimesso da presidente per non creare ulteriori problemi, con la consapevolezza che “comunque oggi si apre una fase nuova”.
In realtà, Fusaro le proprie dimissioni nei giorni scorsi le aveva presentate alla maggioranza, che gli ha chiesto di restare fino a quando la questione non verrà affrontata all’interno della coalizione che governa la città.
Nel corso del suo intervento, Fusaro non ha lesinato strali polemici all’ormai suo ex partito, che “non aveva fondati motivi politici per uscire dalla maggioranza”.
Anche il sindaco Capalbo non è stato tenero con Sinistra Italiana, ricordando che “in 13 mesi non ha mai sollevato le questioni care alla sinistra, come ad esempio, la stabilizzazione degli Lsu-Lpu, ma solo polemiche su temi come il Peg, che è prerogativa dell’esecutivo”.
Le opposizioni si sono scagliate contro il presidente del consiglio, definendolo incoerente dal punto di vista politico per non aver rassegnato le dimissioni. Maurizio Feraudo è andato oltre, affermando di aver dimostrato in questa circostanza “di essere attaccato alla sua poltrona”.
Momenti di tensione si sono registrati quando, per fatto personale, Feraudo ha chiesto di intervenire e il presidente Fusaro ha replicato dicendo che il fatto personale in quel caso non sussistesse. Alla fine il consigliere di opposizione sarà allontanato dall’aula, accompagnato dai vigili urbani presenti in sala.
Ieri è stato inoltre eletto il nuovo collegio dei revisori dei conti, i cui componenti sono stati sorteggiati nei giorni scorsi in Prefettura: Francesco Antonio Gammo, Domenico Capozza e Angelo Fabiano.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 12-10-2018 Piero Cirino