Angelo
di Franco Bifano
Angelo era una di persone speciale, si usa spesso dire così un po’ per tutti, lui però speciale lo era davvero. Ho sempre pensato che avesse due cuori, uno nel petto e l’altro nella mani. Era generoso, non di quella generosità di circostanzama quella spontanea, sempre pronto a dare senza aspettarsi nulla in cambio.
Ci siamo conosciuti a Padia, in un quartiere dove da sempre vive gente accogliente. Siamo diventati amici in un tempo in cui l’amicizia non si otteneva con un clic, ma dovevi conquistartela giorno per giorno, e non la conservavi con un like ma con gesti sinceri fatti anche di abbracci spontanei.
Erano i primi anni che frequentavo la Radio, per raggiungerla dovevo passare davanti a casa sua, abitava a poche decine di metri dalla mitica via Bezzecca. A fine programma quasi sempre lo trovavo ad aspettarmi, non saprei dire perché, ma mi fermavo volentieri e passavamo insieme delle ore. Forse è l’istinto che ti avvicina alle persone buone. Siamo entrati subito in sintonia. L’ho sempre guardato con ammirazione, mi affascinava sentirlo suonare. Era un musicista di grande talento, amava il Sax, ma suonava con disinvoltura il mandolino, la chitarra, persino il violino e chissà quanti altri strumenti. Aveva la musica nel DNA.
Credo che se fosse nato in una città del Nord, sarebbe diventato di sicuro un artista di successo. Quante serenate, quante volte a notte fonda insieme a Romolo “argento”, Antonio “secondo”, Lucio, Raffaele abbiamo suonato cantato e mangiato sui gradini della Chiesa di Santa Maria Maggiore, o su quelli di casa sua. Lui era sempre pronto a “recuperare” qualcosa dalla dispensa.
Angelo mi ha insegnato a condividere, lui rappresentava gli anni della spensieratezza, incontrarlo era un po’ come riviverli.
E’ andato via troppo presto! Mi mancherannoquel suo modo di fare, la sua musica, i suoi sorrisi. Angelo mancherà a tutti noi che lo abbiamo conosciuto e, inevitabilmente, voluto bene.