Arrass !
di Franco Bifano
Ohi mamma, che spettacolo deprimente. Che disperazione! Possibile che gli ultimi anni siano passati invano? Possibile che non abbiano insegnato niente? Quando pensi che si sia già (più volte) toccato il fondo, spunta sempre un nuovo campione di “raschia e vinci” e, così, si continua a grattare sempre di più in basso, senza limiti. Eppure, dovrebbe essere ormai chiaro, l’ospedale non può essere il pennacchio di nessuno. Così come la tutela della salute non appartiene a nessuna parte politica. E’ pazzesco come a parole siano tutti d’accordo, ma poi nei fatti ognuno si comporta alla Vanna Marchi spacciando improbabili intrugli per elisir di lunga vita.
Suvvia, finiamola! Non c’è più spazio per contrapposizione e conflitto. Meglio non illudersi. il braccio di ferro, non paga più neanche in termini di consenso. Anzi, si rischia di esasperare gli animi, già lacerati da una sanità insufficiente (per usare un eufemismo), saccheggiata da ignobili politicanti e affossata da sette lunghi anni, inutili quanto dannosi, di commissariamento che hanno reso vani tutti i sacrifici imposti e sopportati.
La qualità, l’efficienza e l’efficacia dei servizi sanitari dell’ospedale “Beato Angelo” sta a cuore a tutti gli acresi. L’hanno dimostrato nel recente passato con i fatti, scendendo per ben due volte in piazza in oltre 5.000. Non solo, lo hanno confermato solo pochi giorni fa, recandosi numerosissimi davanti all’ospedale.
Allora, alziamoci le maniche, individuiamo degli obiettivi chiari e perseguiamoli con ostinazione fino in fondo. Insieme, non divisi!
C’è, ad esempio, un ordine del giorno stilato in Consiglio Comunale, non va bene? E’ incompleto? Va integrato? Parliamone, ma almeno partiamo da una base comune. Non presentiamoci “sul fronte” ancora una volta da separati in casa. Se lo spirito è costruttivo si va alla ricerca di punti in comune, non di delimitare il territorio, marcandolo. Quello lasciamolo fare ai cani, a loro viene più facile basta che alzino la gamba. Noi, siamo capaci di fare solo danni, bene che vada corriamo il rischio di pisciarci addosso. Ancora oggi, davanti a certi discorsi anche mia zia, donna gentile ma schietta, ha commentato con un certo disgusto: arrass, che è vuti e sentari!