di Associazione Acri.0
La città di Acri sempre più allo sbando. Tutto ciò a causa del modus operandi di una maggioranza ed in particolar modo di un Sindaco che persegue solo obiettivi elettoralistici personali, concentrandosi sulla spartizione delle poltrone e perdendo di vista le questioni e le problematiche della collettività, anche quelle più elementari. Tragicomica, bizzarra e paradossale è la vicenda sulla Fondazione Padula, per come si apprende dalla stampa locale, una delle più importanti fondazioni calabresi, oggi utilizzata come merce di “promesse” elettorali.
Un mercimonio che mortifica il valore morale e culturale della Fondazione che invece dovrebbe rappresentare l’epicentro dell’ ’attività intellettuali, istruttive e formative acresi. E invece il Sindaco sta distruggendo anche questo importante Ente culturale. Chissà cosa ne penserebbero lo stesso Padula e i critici Muscetta, Croce ed i tanti intellettuali letterati che si sono interessati negli anni delle opere del prete e scrittore acrese come Attilio Marinari, Pasquale Tuscano, John Trumper e gli editori della casa editrice Laterza. Stiamo assistendo da anni non solo ad un aumento di tutte le tariffe comunali, nonostante le promesse per diminuirle, ma anche ad un inesorabile declino dei sevizi offerti, oltre ad una desertificazione di una Città sempre più apatica, terribilmente vuota, angosciante e deprimente. La comunità è condannata ad un veloce ed ineluttabile declino ed a subirne le conseguenze sono le attività commerciali, i cittadini, molti dei quali costretti a partire, le piccole e medie imprese, i tanti soggetti fragili che si sentono abbandonati e presi in giro. La città appare sempre più abbandonata e assolutamente non curata, non esiste un’offerta di servizi, quasi tutti oramai situati nel capoluogo, l’arredo urbano e il verde pubblico sono sempre più in condizioni di abbandono, prova ne sono il “Cipresso di piazza Purgatorio” e le aree verdi. In alcune zone la vegetazione è talmente alta da mettere a rischio la sicurezza degli automobilisti e quella dei pedoni. I sottoservizi e i tombini per nulla manutenuti e pronti ad esplodere con le prossime piogge.
Periferie e frazioni completamente dimenticate tanto che i residenti sono indignati e preoccupati. Con il rifacimento del manto stradale in molti tratti si è toccato il ridicolo e l’assurdo, basti guardare le modalità della posa in opera del materiale per rendersene conto e gli stessi tombini sono diventati ora trappole per auto, bici e moto.
Possibile che i tanti tecnici presenti all’interno dell’amministrazione comunale non si stanno rendendo conto dello scempio? Il sindaco e la sua maggioranza stanno dimostrando e confermando di non essere all’altezza del compito e soprattutto di non avere una prospettiva di futuro per Acri, una visione per stimolare la ripresa e invertire la tendenza drammatica dello spopolamento. Viviamo con grande amarezza questo continuo sfibrarsi del tessuto sociale e produttivo della città, nessuna manifestazione degna di nota per promuovere ed incentivare le nostre attività produttive, le tipicità locali e attrarre turisti. Buffa, patetica ed inconcludente è risultata essere la sagra del tartufo di Pizzo, un vero e proprio insuccesso annunciato di un’idea grottesca ed insulsa che ha mortificato un’intera città ma soprattutto le tante gelaterie e pasticcerie locali che realizzano eccellenti prodotti artigianali. Inoltre nessuna iniziativa degna di nota per il centro storico: è illusorio ed abominevole pensare di ristrutturare una parte della città vecchia con scossalina, lattoneria e perline cancellando l’identità del quartiere. Sui lavori pubblici è meglio stendere un velo pietoso: palazzetto dello sport, teatro, ex Saub, ex Ipsia ad oggi sono opere incompiute.
Nessuna presa di posizione pubblica per il completamento della Sibari Sila e della 660. In sei anni l’esecutivo Capalbo non ha fatto nulla per stimolare gli organi preposti affinchè le due suddette opere possano vedere la luce. Stiamo organizzando diverse iniziative di protesta pacifica, ma soprattutto di proposta per un nuovo modello di governo della Città che parta dai quartieri, dalle frazioni, dal coinvolgimento dei cittadini per una visione e una progettualità complessiva di tutto il territorio. La situazione è critica ma c’è ancora il tempo per non farla diventare irrimediabile.