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Calcio, Capalbo e Maiorano a Stumpo: «Si dimetta da presidente dell’Acri». E lui: «Non mollo, salvo il titolo»

 Il futuro sportivo dell’Asd Città di Acri sembra essere ormai compromesso e destinato alla retrocessione al campionato di Promozione. Una serie di problematiche societarie ha infatti portato allo smantellamento dell’intero staff tecnico e dei calciatori, con i rossoneri che per “salvare” il titolo sportivo hanno deciso, attraverso il presidente Carlo Stumpo, di scendere in campo con la formazione juniores.

Le due partite finora disputate dai giovani lupacchiotti hanno visto l’Acri subire 12 reti e realizzarne solo una. Sconfitte comunque ampiamente pronosticate e messe in conto. In una situazione del genere ai giovani calciatori vanno fatti solo i complimenti per la volontà e, in un certo senso, il coraggio dimostrato.  La differenza di età e di esperienza con gli elementi delle altre formazioni è troppa, per calciatori che stanno muovendo i primi passi nel calcio dilettantistico. In un contesto del genere è dunque ovvio che bisogna cercare di salvare il titolo ma, allo stesso momento, andrebbero tutelati e valorizzati anche i giovani calciatori che rappresentano un patrimonio per lo sport acrese in ottica futura.

Anche per quest’ultimo motivo, ma in generale per capire meglio lo stato della situazione, si è svolta all’interno della sala di Giunta del Comune di Acri un incontro al quale hanno partecipato il sindaco Pino Capalbo, l’assessore allo sport Gino Maiorano, gli assessori Leonardo Sposato e Mario Bonacci, nonché il consigliere comunale Antonio Ferraro. Insieme ai rappresentanti dell’amministrazione, l’attuale presidente del Città di Acri Carlo Stumpo, il direttore sportivo dimissionario Angelo Gaccione, ex dirigenti rossoneri, rappresentanti dei tifosi e di un gruppo di imprenditori che nelle passate settimane aveva dimostrato l’intenzione di rilevare il sodalizio rossonero.

Ad aprire l’incontro l’assessore allo sport Gino Maiorano che, come già in occasione di una riunione pubblica svoltasi lo scorso mese di agosto ha ribadito la vicinanza dell’amministrazione alla locale squadra di calcio: «Abbiamo sempre cercato di dare una mano alla causa – ha affermato – sia in termini di aiuto materiale che di supporto organizzativo. Nel corso di questi mesi, attraverso una serie di fondi, siamo stati anche in grado di rimettere a nuovo parte dello stadio».

Maiorano ha poi parlato di una serie di problematiche che riguardano sia la società del Città di Acri che lo stadio comunale: «Data la situazione che si è venuta a creare – ha detto – e che è sotto gli occhi di tutti è indubbio che qualcosa all’interno del gruppo societario non sia andato per il verso giusto. Il nostro appello – ha continuato – è quello sicuramente di cercare di trovare internamente una soluzione, per poter salvare il salvabile e magari provare a programmare il futuro. Sicuramente, dal canto nostro, ci teniamo a tutelare anche l’immagine della città che viene rappresentata attraverso la squadra di calcio in giro per la regione». Ed ancora: «A questi problemi societari, si dovrà purtroppo nuovamente aggiungere la situazione dello stadio. Purtroppo sarà ancora una volta inibito l’accesso al pubblico, poiché da verifiche effettuate dai nostri uffici mancano i progetti tecnici della tribuna, dunque i collaudi statici oltre a una serie di problematiche riguardanti l’illuminazione. Siamo a lavoro per risolvere la situazione – ha affermato Maiorano, supportato dall’assessore ai lavori pubblici Sposato – ma le tempistiche non sono ad oggi quantificabili».

Il sindaco Capalbo ha poi aggiunto alcuni dettagli, spiegando che tra le intenzioni dell’amministrazione c’è anche «la rizollatura del terreno di gioco – ha detto – e del campo di allenamento che ad oggi è in terra battuta, quest’ultimo però al momento sarà chiuso e non agibile». Il primo cittadino ha poi invitato il presidente del Città di Acri Carlo Stumpo a rassegnare le dimissioni: «L’invito a fare un passo indietro dalla carica di presidente – ha affermato Capalbo – arriva solo con l’intenzione di dare una scossa all’ambiente e cercare di riorganizzare la società attorno a una figura che possa fare da collante e dunque creare un nuovo gruppo capace di gestire al meglio l’attività sportiva. Ho il massimo rispetto per Carlo Stumpo – ha continuato – ma probabilmente solo attraverso questa scelta potrebbe riaccendersi qualche speranza». 

Dal canto suo Stumpo ha manifestato la sua intenzione di continuare alla guida della società: «Non mollo – ha affermato – l’intenzione è quella di salvare il titolo per poter poi riorganizzare il gruppo societario e programmare il prossimo campionato. Nel campionato in corso ho onorato, e continuerò a farlo, le mie promesse sia economiche che organizzative, ma la situazione economica generale non ha permesso a molti di avvicinarsi al progetto. Ecco che ho preferito, insieme agli altri dirigenti a smantellare e continuare il torneo con i ragazzi della juniores che ringrazio». Ma nel lungo batti e ribatti a smentire Stumpo è stato sia l’ex ds Gaccione che Enzo Ferraro, in rappresentanza di un gruppo di tifosi che avrebbe voluto rilevare il titolo.

«La scelta di smantellare è arrivata dopo la decisione di Stumpo di non voler più rimborsare i calciatori che componevano la squadra – ha affermato Gaccione -, da qui le mie dimissioni e quelle di Santo Falcone». Secondo Enzo Ferraro, invece: «Dopo aver lanciato l’appello pubblicamente mi sarei aspettato di essere contattato da Stumpo – dice – ci siamo visti solo per puro caso ma le sue intenzioni sono quelle di rimanere all’interno del sodalizio, mentre il gruppo da me rappresentato avrebbe voluto rilevare il titolo e formare ex novo il gruppo dirigenziale».

All’incontro, che si è concluso dopo circa un’ora erano presenti anche due ex storici dirigenti Angelo Ferraro, presidente dell’Acri che ha vinto la Coppa Italia e Alfonso Castrovillari, storico dirigente da sempre nel mondo del calcio acrese. Anche da parte loro una serie di proposte per tentare di programmare un futuro che al momento più che rossonero appare nero, anzi nerissimo.

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