CALCIO: Il futuro dell’Acri appeso ad un filo.

Acri – Continua ad essere complicata e piena di punti interrogativi la situazione in casa Acri. Nei giorni scorsi, il presidente Falcone, ha informato il sindaco della città silana, Pino Capalbo e gli organi di stampa attraverso una nota, della sua volontà di dimettersi dalla carica di presidente del sodalizio rossonero. Dimissioni che, per essere a tutti gli effetti ufficiali, dovrebbero essere state presentate presso il comitato regionale della lega calcio, e su questo Falcone sembra non aver ripensamenti, ribadendo la sua volontà di mollare le redini dell’Acri. A questo punto il rischio di veder scomparire dal panorama calcistico i rossoneri è sempre più concreto. L’iscrizione al campionato è stata espletata nelle scorse settimane, ma al momento, l’Acri si ritrova senza giocatori e con una situazione societaria complicatissima, che rende difficile per i rossoneri una partenza nel prossimo campionato di Eccellenza. C’è poi anche la questione allenatore, con Mimmo Galeano, presentato alla stampa, che al momento si ritrova in questa paradossale situazione. Un futuro, dunque incerto, e con dei tempi molto stretti qualora la situazione possa tornare alla normalità magari con l’avvicinamento di qualche imprenditore che possa dare “ossigeno” alla società. Il clima in città è di incredulità e preoccupazione e nelle scorse ore già qualche tifoso ha iniziato a mobilitarsi per cercare di trovare una soluzione. C’è chi ha lanciato proposte di un azionariato popolare, chi come invece il ds Angelo Siciliano (al Corigliano nella passata stagione) ha addirittura incontrato il sindaco e l’assessore allo sport, chiedendo a loro di prendersi a carico questa complicata situazione, per cercare di salvare il calcio acrese, azzerando la società e ripartendo dal territorio. Da indiscrezioni pare che il primo cittadino già nelle prossime ore possa interessarsi della vicenda ed incontrare Falcone, invitando anche in un pubblico incontro eventuali imprenditori e sportivi che possano evitare all’Acri di scomparire.

Francesco Spina – Il Quotidiano del sud