Ad Acri si è vissuto un pomeriggio emozionante che ha visto il conferimento della cittadinanza onoraria al magistrato Paolo Guido.
La presenza del procuratore ha creato un’atmosfera magnetica all’interno della sala del Consiglio comunale a Palazzo Sanseverino Falcone, un’atmosfera che ha coinvolto non solo le numerose autorità presenti in sala. Unico neo della manifestazione, forse poco “pubblicizzata” è stata la poca partecipazione di cittadini, che hanno comunque seguito l’evento attraverso la diretta YouTube proposta dal Comune.
Ad aprire la speciale seduta del Consiglio comunale di Acri un minuto di raccoglimento per onorare la memoria di Silvio Berlusconi. Successivamente, dopo l’ingresso in sala del magistrato Guido, il presidente del Consiglio comunale di Acri Simone Bruno, ha letto le motivazioni che hanno portato l’assemblea ad assegnare la cittadinanza onoraria al magistrato, che ha un legame profondo con la città di Acri, per via delle origini dei suoi genitori. Prima della cerimonia il magistrato ha visitato la Basilica di Sant’Angelo e il museo Maca di Acri.
Paolo Guido, procuratore aggiunto della Dda di Palermo è stato uno dei protagonisti della cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro, e durante il suo intervento ha voluto sottolineare che «i successi nella lotta alla mafia sono sempre il risultato di una sinfonia di voci, di uomini dello Stato che combattono quotidianamente questa battaglia».
«Sapere che dopo la cattura di Messina Denaro questa comunità abbia scelto di onorare me e attraverso me l’impegno della Procura di Palermo è davvero una cosa di cui gli acresi devono andare fieri. Avete dimostrato una grande passione civica», ha aggiunto.
L’importanza di questo riconoscimento per Paolo Guido è evidente nell’emozione che gli ha spezzato la voce durante il suo intervento, costringendolo a fermarsi più volte, mostrando così anche un lato profondamente umano del procuratore. In particolare, ha ricordato con commozione i suoi legami con Acri, poiché suo padre Alfonso, viceprefetto a Cosenza, era originario del luogo.
Ha citato le visite estive trascorse nella città, i momenti passati al bar e le scorribande per le strade del centro, insieme agli amici e «alle genuinità e a tanti sapori che non ho più ritrovati se non in qualche piatto della tradizione acrese cucinato da Rosalba (la cugina presente in sala ndr). Guido si è detto «onorato di essere oggi finalmente un acrese, come voi. Per me oggi è davvero una bella giornata».
Il magistrato ha dedicato anche un pensiero a suo padre Alfoso. «Acri è il paese di mio padre – dice con la voce rotta dalle lacrime – se oggi sono qui lo devo a lui, che mi ha insegnato l’umiltà, la riservatezza, la dignità e la fierezza e di stare sempre un passo indietro. Mi ha insegnato il senso dello Stato, che esiste prima di tutto e tutti». Nella sala erano presenti anche le sue figlie Cecilia e Alice, che Paolo Guido ha definito i suoi «due gioielli», insieme ad altri parenti e amici.
Durante il suo intervento, Guido ha scherzato sulle condizioni precarie della strada che da Cosenza e dunque dall’autostrada porta ad Acri, sottolineando come sia rimasta praticamente invariate negli ultimi cinquant’anni: «Hanno fatto il Ponte di Brooklyn, faranno il Ponte di Messina ma arrivare ad Acri resta ancora uno strazio». Da sottolineare anche la presenza della zia Domenica, che, nonostante i suoi 98 anni, ha voluto raggiungere Acri da Messina per non perdersi l’importante evento: «Ha vinto la sua personale battaglia con la regina Elisabetta in termini di longevità», ha affermato scherzando il magistrato.
«Grazie per quanto fatto, la comunità sarà sempre pronta a sostenerla», ha detto il sindaco di Acri Pino Capalbo che ha evidenziato l’impegno del magistrato, affermando che il suo operato aumenta la fiducia dei cittadini nella giustizia. Inoltre, ha sottolineato l’umiltà di Guido, che rifiuta ogni forma di protagonismo. Franca Sposato, esponente della maggioranza, ha sottolineato il valore dell’esempio rappresentato sia dall’uomo di legge che dalla persona che è Paolo Guido. Mentre per la minoranza ha preso la parola Nicola Feraudo, consigliere comunale che per primo ha lanciato la proposta di conferire il riconoscimento al magistrato.
Oltre ai sindaci di Vaccarizzo Albanese, San Cosmo Albanese e Bisignano, alla vicesindaca di Luzzi e ai consiglieri regionali Franco Iacucci e Mimmo Bevacqua, erano presenti numerose altre autorità civili e militari nella sala consiliare.
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