fonte: La Provincia di Cosenza del 27/09/2016
ACRI “Nonostante gli sforzi compiuti, la Corte dei Conti Regionale non ha validato il Piano di rientro e le iniziative promosse dall’Amministrazione e, riteniamo, non bene interpretando il contenuto del rendiconto relativo all’anno 2014. In realtà nessun aumento della spesa vi è stata, contrariamente a quanto affermato dai Consiglieri Viteritti e Cavallotti, che esperti in materia , avrebbero dovuto approfondire le tesi, prima di dare alla stampa notizie inesatte”. Così l’amministrazione comunale ribatteva alle accuse dei consiglieri di opposizione del gruppo “Movimento Acri Democratica” Natale Viteritti e Luigi Cavallotti, di non esser riusciti a ridurre le spese, uno dei due requisiti fondamentali del Piano di riequilibrio finanziario recentemente bocciato dalla Corte dei Conti sezionale regionale della Calabria. Non si fa attendere la risposta di Viteritti e Cavallotti che non ritengono di dover approfondire nulla se non attenersi alle motivazioni riportate nella deliberazione della Corte. «I numeri riportati nella sentanza n . 6 5 / 2 0 1 6 non hanno bisogno di approfondimenti – replicano Viteritti e Cavallotti – secondo quanto scritto dalla Corte nelle sue conclusioni, le misure previste per coprire il disavanzo complessivo, ovvero l’aumento delle riscosslonl e la riduzlone delle spese, non sono stati sufficienti, tenuto conto anche dell’andamento delle prime annualità del Piano». La Corte dei Conti era stata categorica nel dichiarare “non congruo con conseguente diniego di approvazione” il Piano presentato dal Comune. “Quanto alle passività potenziali – scriveva la Corte – in riscontro alla richiesta istruttoria del Ministero dell’Interno, l’Ente aveva riferito nella nota prot. n. 17513 del 30 settembre 2015 che era in corso una valutazione prognostica dei possibili oneri da soccombenza del contenzioso in essere, all’esito della quale avrebbe provveduto, con apposite variazioni, all’istituzione di un apposito fondo rischi spese legali. Infatti, in contrasto con quanto richiesto nelle linee – guida approvate dalla Sezione delle Autonomie con deliberazione n.16/2012, manca nel Piano – è scritto nella sentenza – anche nella versione rimodulata, un resoconto sintetico sullo stato del contenzioso in essere, con una valutazione prognostica della spesa complessiva che potrà gravare negli esercizi futuri, nonché la segnalazione se siano state identificate e valutate eventuali sopravvenienze o insussistenze passive probabili, con specificazione della natura, dell’entità e della provenienza”. Insomma mancherebbero all’appello ancora altre spese oltre a quelle già contestate che sarebbero, secondo il Comune in riduzione, ma secondo la Corte e per come ribadito dai consiglieri Viteritti e Cavallotti in aumento. A tal proposito questi ultimi fanno notare quanto ancora sentenziato dalla Corte: “A fronte del rilevato miglioramento, avvenuto grazie all’utilizzazione nel 2014 dell’anticipazione di liquidità per il pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili al 31.12.2013, si registra – si legge ancora nella seconda sezione della sentenza – relativamente ai Titoli I e II della spesa, un nuovo e consistente accumulo di residui di competenza dell’esercizio 2014, pari complessivamente ad euro 23.632.769,42: praticamente inesistenti sono stati i pagamenti di competenza del Titolo II della spesa (euro 818,04 su euro 17.157.430,81 impegnati), in peggioramento rispetto ai già modesti pagamenti di competenza del 2013 (euro 217.840,17 su euro 17.086.616,06). Anche nella risposta istruttoria del 20 giugno 2016 sono stati comunicati soltanto gli importi degli interessi e della quota capitale iscritti nel bilancio di previsione per il 2015 (quota interessi: euro 122.700,00; quota capitale: euro 501.026,59) e per il 2016 (quota interessi: euro 194.236,71; quota capitale: euro 429.455,16). Manca dunque un programma completo del rimborso complessivo. Per quanto concerne le spese, gli impegni dell’esercizio 2014 (euro 20.739.992,11) presentano un incremento del 14% rispetto alla spesa corrente impegnata nell’esercizio 2013 (euro 14.448.817,33). Con riferimento al rendiconto 2015 le spese correnti impegnate (euro 14.610.164,12) sono in misura maggiore rispetto alla previsione del Piano (euro 13.933,347,76)”. Sarebbe già questo il responso – secondo Viteritti e Cavallotti – sugli approfondimenti richiesti da Tenuta. «Pur non considerando il fatto che i dati degli ultimi 3 anni non rispecchiano quelli previsti nel Piano – concludono i consiglieri “scomodi” – non possiamo far finta di riconoscere un aumento delle spese, addirittura superiori rispetto al 2013. I numeri parlano da soli e non occorre altra “interpretazione”. Ci auguriamo che i prossimi “ravvedimenti” in Consiglio comunale possano chiarire la posizione dell’amministrazione». cap