Dal “vento del cambiamento” al tornado dell’inefficienza e della desolazione.
di Comitato cittadino “I Nostri Diritti”
L’attuale amministrazione comunale si è presentata oltre 4 anni fa agli elettori con un programma ambizioso di cambiamento e innovazione. Un vento, insomma, che avrebbe dovuto cambiare in meglio la nostra città con azioni e atti di governo tali da invertire una pericolosa deriva degli ultimi anni. Il tempo dei proclami è finito da un pezzo e ed è arrivato quello tristo dei bilanci e dei consuntivi, che hanno, per noi cittadini, il gusto amaro della delusione e del tradimento. Delusi e traditi nelle aspettative ma, quel che è peggio, sviliti nella nostra dignità di uomini, nel momento in cui, non solo non abbiamo visto un’inversione di tendenza ma siamo stati progressivamente spogliati, in questi anni, di quel poco che avevamo, fino alla beffa degli ultimi tempi di non vederci più garantiti servizi essenziali, per i quali paghiamo tributi salati. Solo per limitarci alle cose più eclatanti:
– L’acqua è diventata, specie per alcuni rioni, una chimera, con un disservizio che ha ormai assunto la dimensione della cronicità e che, specie nel periodo estivo, ci lascia senza servizio per lunghi periodi a causa di una rete che è un colabrodo e nella quale non si interviene.
– Le strade ridotte a colabrodi con ovvie conseguenze per l’incolumità generale .
– La periferia totalmente ignorata.
– L’ospedale svenduto e trasformato in un COVID hotel, il cui unico risultato è stata l’importazione del virus col contagio di personale sanitario, senza che la disponibilità al servizio si sia tradotta in un vantaggio per la struttura e la comunità. Ormai non si contano più le prese di posizione a vari livelli istituzionali e con interventi di persone compatenti che denunciano un progressivo depotenziamento.
– Uffico INPS chiuso;
– Opere incompiute di vitale importanza, rimaste tali per tutta una legislatura nonostante alcune di esse fossero praticamente finite (vedi galleria S.S. 660) all’atto del suo insediamento. E nonostante i proclami di qualche esponente sovracomunale ad ogni scadenza elettorale.
– Si è apprestato, in mezzo a mille polemiche, ad inaugurare una struttura di fatto inutilizzabile al momento, come il Palazzetto dello Sport, al solo scopo di dotarsi di una passerella per lei e qualche suo amico.
Sig.r Sindaco, sappiamo che al momento abbiamo gioco facile nel rinfacciarle le tante cose promesse e non realizzate ma, ci creda, avremmo voluto bilanciare il nostro elenco con qualche opera attraverso la quale questa amministrazione avrebbe potuto lasciare un segno ma non siamo riusciti a trovarne una.
Oggi ci ritroviamo più poveri nei diritti, spogliati di servizi essenziali, elargiti col contagocce e ma, nemmeno nel peggiore dei nostri incubi, avremmo pensato di doverci trovare a stilare questo triste elenco. Non vogliamo buttarla né in caciara né in politica. Ultimamente i due termini coincidono. Il nostro presente intento è un grido di dolore e insieme di disperazione per avere toccato il livello più basso in termini di gestione della macchina comunale. Non era facile raggiungere questo primato: il nostro Comune, nei decenni, ha conosciuto varie tipologie di amministratori e non tutti brillanti, ne siamo consapevoli. Lei è riuscito a raggiungere la vetta di una poco encomiabile classifica, semplicemente con il suo immobilismo, la sua supponenza, il suo agire in maniera viscerale nei confronti di chiunque non fosse funzionale alla sua discutibile idea dell’amministrare. Quelli che lei, nel corso degli anni, vedeva come nemici da abbattere (dopo averli scelti come compagni di viaggio) erano nient’altro che mulini al vento. Oggi si ritrova con un ronzino sgangherato e qualche fedele scudiero a raccogliere i cocci di anni di malgoverno. Un discorso a parte meriterebbe, poi, l’aspetto più squisitamente politico della sua vicenda pubblica ma preferiamo non inveire oltre.
Il nostro intento era fornire ai cittadini un assaggio di consuntivo, che ci ha occupato, come vede, meno di una cartella in virtù della sua inconsistenza.