di Associazione LACA
«Apprendiamo dalla pagina Facebook del sindaco Capalbo, il quale annuncia in pompa magna, la realizzazione dell’impianto di depurazione di Macchia di Baffi. Il Sindaco volutamente dimentica che l’impianto esisteva già dal 2007, ma che non era mai entrato in funzione, sembra per un mancato allaccio alla rete elettrica», inizia così un comunicato stampa dell’Associazione Laca
«La struttura, come abbiamo documentato nei mesi scorsi – si legge ancora -, era stata pesantemente vandalizzata nella più completa indifferenza del Comune, Amministrazione e Responsabili dei settori. Per questo abbiamo dovuto denunciare tutto alle autorità di controllo al fine di ripristinare la legalità. Il Primo Cittadino, volutamente non cita il nome della nostra associazione, ma sa bene chi ha “smosso le acque”. Essendo un legale, sa bene che la responsabilità dello sversamento dei reflui fognari nei corpi fluviali, è in capo a lui, che per oltre 4 anni ha dormito, e siamo dovuti arrivare noi a svegliarlo dal suo agiato giaciglio. Tutto questo sotto la minaccia di una denuncia penale. Oltre al depuratore di Macchia di Baffi, abbiamo riscontrato altri sversamenti fognari in altre zone del territorio acrese, come nel torrente Ceracò in contrada La Mucone oppure a Serralonga».
«Perfino il depuratore di Acri centro parrebbe non funzionare come dovrebbe – continua ancora la nota della Laca -, ed inoltre sembrerebbero esserci degli scarichi abusivi direttamente nel torrente Calamo a monte dell’impianto. Le caratteristiche qualitative delle acque reflue che si devono raggiungere allo scarico dell’effluente depurato sono indicate per legge (D. Lgs. 152/06). in base ad una recente sentenza della Cassazione, la n. 11270 del 2020, che riprende la sentenza della Corte Costituzionale n.335/2008, il costo della depurazione non è dovuto se il depuratore non è funzionante oppure obsoleto o temporaneamente inattivo. Per questo motivo, con l’aiuto di alcuni legali, stiamo valutando di presentare all’Amministrazione un’azione collettiva al fine di richiedere lo stralcio ed il rimborso per le somme non dovute, cosa che già doveva essere prevista in sede di emissione delle bollette stesse».
In conclusione: «Invitiamo pertanto i nostri concittadini, a verificare se viene addebitato questo costo ed a segnalarcelo nel caso si ritenga di non doverlo pagare. Il nostro impegno è sempre rivolto solo al rispetto dei diritti dei cittadini, da troppi anni vilipesi da una mediocre classe politica, tutta chiacchiere e distintivo!»