Difficile, ma non impossibile
di Franco Bifano
Che il calcio non sia una scienza esatta è ormai una certezza. Ad esempio, nel mondo del pallone non è mica detto che due più due faccia sempre quattro. Capita non di rado che si allestisca una squadra con il preciso obiettivo di vincere il campionato, mettendo quindi in campo tutte le risorse necessarie, economiche ed umane, per organizzare una squadra vincente. Poi però, a fine campionato, non si riesce magari neanche ad essere tra le prime dieci in classifica. Succede altre volte invece che una squadra messa in piedi in quattro e quattr’otto, tanto per divertirsi, il campionato lo vinca alla grande tra lo stupore generale. Pare che sia, così almeno dicono, la Legge del calcio. Quale legge?
Non esistono di certo norme scritte che garantiscano la vittoria. E’ vero, si possono creare tutte le condizioni che la favoriscano, ma non è comunque garantita. Nulla dunque è certo in questo mondo, ma tutto è possibile.
Forse sta proprio in questo il fascino del calcio e dello sport in generale, e certamente, anche nella capacità di sviluppare nel nostro organismo un’alchimia misteriosa, in grado di suscitare passioni, emozioni, pulsioni incontrollabili. Insomma una sorta di benefico viagra, adatto a tutte le età, i cui effetti si avvertono tutta la settimana e si scatenano domenica allo stadio. Questo “fluido emotivo” trasforma i tifosi in una sorta di “amanti”, pronti anche a percorrere centinaia di chilometri, in qualsiasi condizione, pur di seguire l’amata. Quasi come fosse una bella donna ammiccante che lusingata promette 90 minuti (più eventuale recupero), di infuocata passione. Salvo poi, ahimè darla (la vittoria s’intende) all’avversario. Una beffa, un tradimento autentico che rende i tifosi più cornuti dello stesso arbitro, ammesso che quest’ultimo abbia davvero una moglie fedifraga.
A proposito di sconfitte, l’Acri ha perso anche il derby ai piedi del Pollino. Da qui l’indignazione, la rabbia, la delusione dei sui tifosi. Cosa succede ai rossoneri? Fermo restando che esistono stagioni “anomale” come questa, stagioni nelle quali gli avversari sembrano avere un feeling con la fortuna, al punto che con un solo tiro in porta in 90 minuti vincono la partita, Mentre l’Acri tra pali colpiti, parate e opportunità sfumate sembra aver stretto un patto con la sfiga. Al netto della sfortuna però, bisogna ammettere che la squadra ci mette del suo nell’alimentare questa fase negativa. Ad esempio: alcuni giocatori, tra più esperti ed attesi, non forniscono prestazioni all’altezza delle aspettative. Di conseguenza nella fase offensiva si concretizza poco. La squadra difetta nel produrre un gioco efficace da imporre all’avversario e non riesce a costruire la necessaria personalità vincente. Questo nonostante l’impegno e dedizione di Adriano Fiore, il capitano. Nel frattempo le altre squadre corrono e cercano di prendere il largo. Il rischio di compromettere gli obiettivi che la società sperava di raggiungere è sempre più alto. A mister Pascuzzo il compito di riannodare, al più presto, le fila. La situazione è complicata al punto che alcuni anonimi tifosi hanno chiesto un intervento dall’alto. Richiesta ardita, ma non impossibile. D’altronde, se non si cambia registro, non rimane che sperare in un miracolo.