Dividi et impera
di Franco Bifano
Burocrati ne esistono di vario genere! Tra i tanti mi fermerei agli ottusi, perché per questi c’è poco da fare. Sono fatti come natura li crea e “Cirio li conserva”, avrebbe detto una vecchia pubblicità.
Sono quelli con i paraocchi, guardano cioè in un’unica direzione che spesso coincide con quella della tutela di interessi politici, personali o degli amici.
Questa riflessione sui burocrati è valida anche per la nostra città, almeno è quello che mi viene da pensare guardando a cosa sta succedendo intorno alla vicenda delle aule mancati all’Istituto Alberghiero, ramo dell’IPSIA-ITI di Acri.
Per certi aspetti, per me questa non è una novità. Lo scorso anno, infatti, analoga vicenda ha riguardato lo spostamento delle aule del Geometra ospitate in un palazzo privato e in seguito accorpate, non senza un mare di polemiche e qualche episodio grottesco, in un’ala del Liceo Scientifico.
All’epoca, opportunamente documentato e fiducioso, convinto dati alla mano che vi fossero le condizioni perché il Geometra trovasse spazio all’interno della sua sede naturale, ovvero quella dell’I.T.C.G., proposi l’idea a chi nell’Amministrazione Comunale ritenevo fosse mente aperta, valida e capace ad accogliere, senza pregiudizi, l’istanza. Non senza sorpresa e tanto rammarico fui liquidato con due parole, e la mia idea venne bollata come progetto irrealizzabile. Capita, quando si ha la fortuna di confrontarsi con gente dotata di notevole “lungimiranza”!
Quest’anno, con l’arrivo del nuovo Dirigente Scolastico le cose sono cambiate. Il Geometra come prima cosa è stato accorpato nella sede centrale dell’Istituto Falcone. Ma va? Che combinazione! Proprio come nella mia proposta, roba da non credere. Coincidenze!! (direbbe infatti Pinuccio a Striscia la notizia)
La verità credo sia più semplice, sta tutta nella qualità degli uomini che sono chiamati a prendere decisioni che riguardano la qualità della vita di una comunità, anche quella scolastica. Le scelte decisionali prese oggi sono quelle che condizioneranno, forse in maniera determinate, i futuri passi nel mondo del lavoro o dell’Università dei nostri ragazzi. Non mi pare roba da poco.
Ma ritorniamo alla questione della mancata assegnazione delle aule che spettano d’obbligo all’Istituto l’Alberghiero, un indirizzo scolastico tra l’altro che ha trovato notevole gradimento in tantissimi giovani, non solo della nostra città. Va da sé che il problema dovrebbe trovare una naturale sinergia tra tutte le parti in campo, per arrivare ad una soluzione condivisa. Non mi pare che non si vada in questa direzione. Eppure le cucine nuove sono due anni che restano imballate, e ai ragazzi viene negata l’opportunità di fare vera pratica “sul campo”.
La Provincia, ente che non dovrebbe più neanche esistere, cincischia e “rinvia” le decisioni alle iscrizioni future anche dell’indirizzo alberghiero (addirittura!)
A mio parere è la cittadinanza tutta che non dovrebbe lasciarsi sfuggire l’occasione di schierarsi compatta a fianco dei suoi giovani. Dovremmo essere stanchi di vedere i nostri ragazzi andare a lavorare nella stagione estiva al Nord senza ricevere una adeguata gratificazione economica perché privi delle necessarie competenze, che solo un virtuoso percorso di studi può alla fine certificare.
Protestare sui social è utile se poi tutti noi, ognuno secondo le proprie responsabilità, sente il dovere di non lasciare soli questi ragazzi.
Intanto ho la sensazione che con abili strategie si cerca di dividerli. “Dividi et impera” era la tattica vincente usata dagli antichi romani. L’idea ventilata, ad esempio, di trovare posto nella sede del Liceo Classico, mi pare vada in questa direzione. Si provoca inevitabilmente la reazione di quell’istituto, per arrivare, come da tattica romana, alla contrapposizione tra gli studenti della comunità cittadina. Demenziale!
Gli studenti dei due Istituti, in un comunicato congiunto diffuso anche su questa testata, al momento danno l’idea di non aver abboccato all’amo. (Bravi!) Mi auguro davvero che questa volta non si cada in questi tranelli e che i ragazzi uniti diano prova di maturità, fornendo la risposta adeguata che la situazione richiede.
La storia li ricorderà tutti per le opportune decisioni prese e le cose buone fatte, o, più tristemente, per i cumuli di macerie che avremo lasciato. A noi la scelta!