DI FRANCO BIFANO
Giusto per capire, c’è qualcuno che cura la comunicazione per l’Amministrazione Comunale o gli Assessori, a livello mediatico, si muovono in autonomia, quindi in ordine sparso? La questione è curiosa perché se anche un politico solitamente accorto, smaliziato e di esperienza come Luigi Cavallotti scrive un comunicato, già dal titolo opinabile, qualcosa non torna. Lo stesso dicasi per quello precedente a firma dell’Assessore Abbruzzese, che conteneva argomentazioni quantomeno discutibili.
Le questioni che stanno suscitando aspre polemiche sono sotto gli occhi di tutti. Tuttavia, se da una parte è giusto che l’Amministrazione cerchi di spiegare le cose dal proprio punto di vista, dall’altra però negare le criticità può risultare controproducente e alla lunga è addirittura deleterio. Ad esempio, l’idea di collocare le casette sull’isola pedonale e di cederle gratuitamente non era male. Il problema però è che a monte era necessario un lavoro di preparazione. Il “clima natalizio”, quello per intenderci, che porta le persone ad uscire e programmare gli acquisti, cosi come quello che spinge i commercianti a proporsi in piazza, non si crea in automatico per il semplice fatto che arriva il mese di dicembre o si offre un banco da esposizione stile tirolese. È necessario invece che ogni iniziativa sia sostenuta da buone idee e da solide azioni a supporto, e non solo. La tempistica è fondamentale, ad incominciare dall’addobbo delle vie cittadine che dovrebbe essere fatto i primi giorni di dicembre. Allestirlo invece a ridosso dei giorni festivi, non è mai una buona idea. Intanto,perché il luccichio delle lucine non assolve più al suo compito principale, ovvero contribuire a creare un piacevole clima festivo, e poi perché posizionarlo in quei giorni dona l’idea che venga collocato giusto per non sentire mugugni. Risultato? Le casette sono rimaste desolatamente vuote, così come l’isola pedonale, trasmettendo ai passanti un senso di tristezza e desolazione, piuttosto che di allegria. Dipendesse da me avrei rifatto rimuovere le casette già da un pezzo.
La “questione neve”, invece temo abbia ancora una volta evidenziato i limiti di un meccanismo di intervento ancora inadeguato. Che la viabilità sul nostro territorio abbia numeri rilevanti non è una novità, a maggior ragione bisognava dimostrare di essere organizzati per saper fronteggiare l’evento meteorologico atteso. Del resto che la neve arrivi a dicembre e in un paese di montagna può stupire? E allora? Considerando quanto era già successo in passato, in questa circostanza bisognava fare decisamente meglio. Invece, aldilà della buona volontà messa in campo, il fatto che nemmeno le vie di accesso al pronto soccorso fossero state adeguatamente ripulite, ancora nel tardo pomeriggio, ha dato la sensazione che chi ha operato non fosse supportato dalle giuste direttive, al punto da non avere le idee chiare su quali fossero le priorità. Se a questo aggiungiamo le numerose segnalazioni dei gravi disagi provenienti da quasi tutto il territorio, il quadro che alla fine viene fuori è più che preoccupante.
L’Assessore Cavallotti, persona affabile che non difetta d’impegno, forse nella circostanza avrebbe dovuto essere più prudente.
Al netto di quanto avvenuto, quello che più rammarica è che in tre anni non si è riusciti a ricomporre il tessuto sociale della città, colpevolmente lacerato in passato. Eppure era la prima cosa che andava rinsaldata. Invece quelli che si percepiscono sono atteggiamenti che sembra vogliano ripercorrere il triste quanto tragico solco tracciato in precedenza, che alimenta la contrapposizione e diventa terreno fertile per le “tifoserie”.
Invece di un costruttivo confronto si continua quindi a dare un’etichetta a chi non condivide le scelte intraprese. Cosi se sei contro la costruzione dell’ecodistretto, sei un disinformato! Se denunci la chiusura di importanti servizi, sei allarmista! Se fai notare che le strade sono piene di buche sei disfattista! Se sei a favore della solidarietà, sei un buonista! Se rivendichi il diritto di avere l’acqua, sei un piagnone! Quando si tratta di etichettare i cittadini, la fantasia di certo, come si vede, non manca. La più recente rispolverata sui social colpisce come una maledizione la più ampia platea di chi ha qualcosa da obiettare: “i lamentosi”! Che meraviglia!
Mi permetto allora di aggiungerne a questo “simpatico” elenco un’altra di queste etichette. Questa si più che meritata! “ i fessi”! Già, perché tra poco saremo chiamati a votare e quando entreremo nella cabina elettorale ci comporteremo, c’è da scommetterci, come ci preferiscono, ammansiti. In sostanza, come dei buoni fessi appunto!