Il Consiglio Comunale viola il DPCM? La minoranza scrive al Prefetto

   

di Anna Vigliaturo – Luigi Caiaro – Giuseppe Intrieri – Emilio Turano – Maurizio Feraudo

Di seguito pubblichiamo la lettera che alcuni consiglieri di minoranza hanno inviato al Prefetto di Cosenza. Gli stessi contestavano lo svolgimento dei lavori del consiglio comunale di ieri, che secondo alcuni andrebbe a scontrarsi con i recente DPCM emanato nelle scorse ore dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

ECCO LA LETTERA

I sottoscritti Anna Vigliaturo, Luigi Caiaro, Giuseppe Intrieri, Emilio Turano e Maurizio Feraudo, consiglieri comunali di Acri,

RAPPRESENTANO

a S. E. Ill.ma quanto segue:

Pe la data odierna, ore 17,30, è stato convocato il Consiglio comunale con all’ordine del giorno, che si allega, la trattazione di punti non urgenti né in scadenza.

Essendo intervenuto in data 18/10/2020 il DPCM che all’art. 1, comma 1, lett. d), punto 5), espressamente prevede che “Nell’ambito delle pubbliche amministrazioni le riunioni si svolgono in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni”, i sottoscritti hanno fatto presente, in apertura dei lavori, sia al Sindaco che al Presidente del Consiglio, che la riunione del Consiglio comunale non si sarebbe potuta tenere in ossequio alla norma appena richiamata, chiedendo il rinvio della stessa. Tale richiesta è stata avanzata, stante l’assenza di linee guida e di chiarimenti in merito, anche in considerazione delle determinazioni assunte, in situazioni analoghe, da diverse Amministrazioni comunali, tra cui Trapani, Giarre, Parma, Pesaro, ecc., che, seppure avessero convocato per la data odierna la riunione dei rispettivi consigli, hanno inteso annullare in via precauzionale la seduta ovvero tenerla con modalità “a distanza”.
La richiesta di rispettare il dettato normativo contenuto nell’ultimo DPCM, e dunque di rinviare a breve la seduta consiliare, ha trovato, tuttavia, la contrarietà del Presidente del Consiglio e del Sindaco: il primo ha sostenuto che la seduta del Consiglio non fosse una riunione; il secondo ha motivato il diniego a rinviare i lavori con l’urgenza del punto n. 2) all’ordine del giorno (Regolamento sulla installazione di stazioni di base di telefonia mobile).
Poiché gli scriventi non hanno condiviso le ragioni addotte dai vertici istituzionali, ritenendo che la decisione di tenere comunque (in violazione delle norme vigenti!) i lavori del Consiglio fosse dettata da esigenze squisitamente politiche e connesse agli equilibri interni alla maggioranza, gli  stessi si sono determinati, anche per dare ai cittadini un chiaro segnale di rispetto delle norme e delle regole restrittive imposte dall’emergenza in atto, di non partecipare alla riunione del Consiglio comunale.
Per completezza, si rappresenta che la sala consiliare del Comune di Acri è dotata di un solo microfono per i gruppi di minoranza (n. 7 consiglieri), uno per quelli di maggioranza (n. 8) e uno per i membri della Giunta, cosicché i consiglieri sono costretti, ciascuno, ad intervenire utilizzando il microfono utilizzato per gli interventi che lo hanno preceduto, non sanificato di volta in volta, in spregio ai più elementari protocolli di sicurezza.
I sottoscritti, convinti di avere agito in ossequio alla normativa vigente, si rammaricano del fatto che proprio l’Autorità chiamata a far rispettare, anche con l’adozione di provvedimenti drastici, le restrizioni e le limitazioni imposte dagli ultimi provvedimenti governativi, non abbia inteso accogliere la richiesta di chi ha invocato l’osservanza della normativa stessa e
chiedono
che S. E. Ill.ma voglia valutare se la seduta odierna del Consiglio comunale sia legittima o meno, con eventuale adozione dei conseguenti provvedimenti.
Chiedono, in ogni caso, anche in vista dei prossimi appuntamenti istituzionali, di avere gli opportuni chiarimenti in merito.
Con deferenti ossequi.
Acri, li 19 orrobre 2020