di Francesco Foggia
“Sarò il presidente di tutti gli americani” afferma Donald Trump e altri, in strada da Est ad Ovest e da Nord a Sud degli USA, espongono cartelli con la scritta “Not my president”.
Succede solo in America? No, tutto il mondo è paese … In Italia non ci sono persone che, appena elette sindaci, sbandierino ai microfoni le fatidiche parole “Sarò il sindaco di tutti”?
Esse asseriscono una frase ovvia. Non possono che dire così. Non è immaginabile che, in un sistema democratico, in Europa, i rappresentanti dei cittadini governino solo per i propri sostenitori a danno degli astenuti e maggiormente a danno di coloro che hanno espresso nelle urne scelte contrarie.
I fatti, poi, soprattutto nelle realtà locali, smentiranno ogni apparente buona intenzione del primo cittadino, che elargirà favori impensabili alle persone più fidate e ripicche agli avversari, calpestando in un primo momento la meritocrazia negli uffici pubblici e, con l’andare del tempo, l’interesse generale nella conduzione della cosa pubblica.
Ma anche gli ambiti centrali, da qualche anno a questa parte, non sono immuni da esternazioni che in apparenza vorrebbero rassicurare i diretti interessati e che, invece, hanno ben altri risvolti. La più classica è stata “Enrico stai sereno”, rivolta ad Enrico Letta da parte del personaggio che poi lo avrebbe sostituito alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Tutte le buone intenzioni di questi giovani governanti (che vorrebbero “far ripartire l’Italia”, “un Paese che ha bisogno di correre”) sono svanite, come neve al sole, quando hanno incominciato a deridere (appellandoli “gufi”) gli uomini di cultura e le persone serie ed impegnate.
La stabilità e la crescita nazionale, che tanto invocano i renziani, non possono prescindere dall’apporto di tutti, dal rispetto dei diritti dei singoli cittadini ed in special modo dalla correttezza e dall’onestà della classe politica, che non deve essere mai messa in discussione né dalla Magistratura né dai mezzi di comunicazione e di informazione.
Anche qui, i fatti smentiscono le più rosee ed ingenue aspettative.
L’ultima “perla” è quella che succede (dietro le quinte) nella puntata televisiva “Otto e mezzo”, andata in onda su La7 il 7 novembre scorso:
In essa sono ben visibili i gesti della ministro Boschi verso la Gruber per invitarla ad interrompere il prof. Onida, schierato per il NO al referendum del 4 dicembre prossimo.
Un atto che ci lascia ben immaginare cosa ci sia veramente nella volontà di riformare la Costituzione italiana da parte degli attuali ed ambiziosi governanti.
.