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“In viaggio”, ConimieiOcchi torna in scena insieme a La Casa di Abou

Si sta al buio e ci si lascia guidare dall’altro, imparando a fidarsi. Lasciando trapelare lo stupore per il viaggio. Lo scenario è la sala delle colonne di Palazzo Sanseverino Falcone, ad Acri, che ha ospitato il laboratorio teatrale dell’associazione “ConimieiOcchi”. Insieme agli attori, i migranti e alcune giovani studentesse acresi hanno partecipato al progetto “In viaggio”.

Un intreccio di emozioni e sorpresa, dove il teatro diventa un atto d’identità universale. “In viaggio” è la scoperta di se stessi, in relazione agli altri. In uno scenario proiettato fuori dal tempo e dallo spazio, dove non esiste il bianco e il nero, dove si appartiene tutti alla grande famiglia di chi si mette in cammino.

Il progetto è nato dal desiderio dell’associazione “LiberAccoglienza” di Acri, per continuare il percorso teatrale che aveva già visto tra i protagonisti i minori del centro d’accoglienza, “La casa di Abou Diabo”. A marzo, i giovani migranti, erano già stati coinvolti dall’associazione “ConimieiOcchi” nel progetto “Picitti stories”, teso ad esplorare il borgo più antico del paese, e restituirne l’anima attraverso uno spettacolo teatrale che ha tracciato una linea sotterranea, legando le vecchie generazioni del territorio ai giovani, migrati e non.

“In questa idea tutte le storie personali, storiche, culturali, geografiche hanno sfumato il loro significato concreto, diventando un’unica storia interpretata da attori e spettatori insieme” ci spiega Maria Grazia Bisurgi, una delle autrici del nuovo laboratorio teatrale. Da qui la scelta del linguaggio del teatro interattivo e sensoriale. Concretamente si è lavorato sulla struttura delle dinamiche fisiche ed emotive del viaggio, sulla sua scarnificazione: la scelta, la partenza – cosa lascio ? – la dinamica del viaggio, l’ erranza la ricerca – cosa cerco? Cosa vorrei torvare…? – per lasciare in sospeso un finale che ancora occorre immaginare”.

E la mano che ha guidato gli spettatori che, a sorpresa, sono stati bendati per lasciarsi accompagnare in un “altrove” sconosciuto, ha fatto il resto. Nel buio, tra le imponenti colonne di marmo di Palazzo Sanseverino Falcone, ciascuno ha fatto il suo piccolo viaggio intimo. Aprire gli occhi alla fine del percorso, è stata una sorpresa.

Maria Grazia Bisurgi, Francesco Votano, Laura Marchianò e Audrey Chesseboeuf, curatori e ideatori del progetto hanno lasciato aperte le porte del palazzo a tutti gli acresi che avessero voluto partecipare. E hanno guidato i giovani migranti del centro d’accoglienza “La Casa di Abou Diabo” e le studentesse acresi che hanno colto l’invito, in un percorso teso a esplorare la propria dimensione di viaggiatori. Dopo due mesi di laboratori teatrali, il risultato è stato straordinario.

“Quello che ci piace immaginare è concepire i progetti come un processo, qualcosa che parte da un’idea, da un bisogno espressivo che possa tradursi in un lavoro pedagogico artistico con i ragazzi” spiegano i membri dell’associazione “ConituoiOcchi”. “Abbiamo avuto un lungo momento di confronto su come raccontare il tema “In viaggio”, per non parlare in modo retorico della emigrazione/immigrazione, tema che accomuna parte del continente africano con la Calabria. Per cui abbiamo legato la tematica del viaggio fisico a quella del viaggio “interiore”, il tutto come metafora del viaggio della vita su queste terre”.

Soddisfatti i membri dell’associazione “LiberAccoglienza”. In particolare Geppino Ritacco, Luigi Branca e Marcello Perri, che hanno fortemente sostenuto la realizzazione di questo progetto culturale, per aiutare i migranti a integrarsi nel tessuto sociale del territorio e a sentirsi parte della comunità.

https://www.youtube.com/watch?v=TUArHXrNbSE

Foto Gregory Sammarro
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