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Inchiesta Reset, nel mirino della cosca “italiani” finiscono anche Acri e Bisignano

di Antonio Alizzi – Cosenza Channel

Nel vasto carteggio di “Reset“, l’inchiesta della Dda di Catanzaro, emergono anche altri atti d’indagine che riguardano la cosca degli “italiani“, notoriamente conosciuta come clan “Lanzino-Patitucci“. Sono documenti investigativi a firma dell’allora capo della Squadra Mobile di Cosenza, Fabio Catalano, oggi in servizio presso la Questura di Catanzaro, che accendono i riflettori su un’area ben precisa: la Medio Valle del Crati. Un territorio già “attenzionato” dalle forze dell’ordine.

Non è passata sotto traccia infatti la latitanza di Francesco Strangio e prima ancora l’arresto di Natale Ruà, senza dimenticare le varie operazioni di polizia giudiziaria in altri comuni, come Montalto Uffugo, Lattarico, Luzzi e Torano Castello. Zone dove la droga arriva evidentemente dalla città dei bruzi, come sostengono gli inquirenti antimafia sempre pronti a contrastare il crimine organizzato. Il tema della droga è perennemente al centro delle attività repressive sia della procura di Cosenza che della Dda di Catanzaro. Due uffici che, su questo fronte, lavorano in sinergia. Lo dimostrano le indagini portate avanti contro gli “zingari” di via Popilia, in particolare contro gli Abbruzzese “Banana“. E non solo. Nell’ultimo periodo si sono aggiunti anche i nigeriani, le cui posizioni cautelari hanno retto anche al Riesame di Catanzaro.

Nei faldoni depositati agli atti del processo in abbreviato, che domani tornerà ad essere protagonista nell’aula bunker di Catanzaro, vengono riportate richieste di intercettazioni contro alcuni presunti esponenti del sodalizio mafioso degli “italiani” che portano all’attenzione i rapporti di tipo illecito con soggetti residenti sia a Bisignano che ad Acri.

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