Informazione o voce del padrone?

Pubblichiamo l’opinione di Giuseppe Donato (che ringraziamo) rivolta in generale a tutti gli organi di informazione del territorio. 

 

Martedì mattina, dopo Pasquetta: pagamenti da effettuare, figliolo a letto per godersi l’ultimo giorno delle vacanze pasquali prima del ritorno a scuola (in DAD!), moglie in giro per casa prima di eclissarsi per l’ennesimo turno in corsia, inno del Cosenza Calcio 1914 (Sembra impossibile) in cuffia e a seguire il sound inconfondibile di Zabatta Staila, Solfamì e tutta la crew, il motto di Piero Romeo in testa “Nua sim’i Cusenza e capi u ‘nni vulimu”.

Via si parte, per una nuova avventura, libero da casacche e lacciuoli vari, per scelta e per non vendersi l’anima al miglior offerente.

La rivoluzione tecnologica che ha subito il mondo dell’informazione ha consentito a una moltitudine di fonti di entrare in contatto con estrema facilità con lettori che spesso si limitano a desumere le informazioni semplicemente dal titolo di lancio della notizia, a volte vero e proprio specchietto per le allodole, con il risultato finale di fornire tutt’altra cosa rispetto all’intenzione iniziale. Quando questa pratica denominata clickbaiting finisce seppure involontariamente sulle pagine di testate che fanno della loro credibilità la mission del progetto editoriale, il biasimo prende il sopravvento sulla sbandierata professionalità. Ancora più stridente appare l’accaduto quando queste testate spesso cadono nell’equivoco gioco della disputa locale, tendente sovente a mascherare simpatie politiche tutt’altro che celate, ricorrendo a misure di dissimulazione per allontanarne il sospetto generatosi nella testa dei lettori più accorti. Non adoro schierarmi a favore di una testata piuttosto che di un’altra, ma non mi limito altresì a nascondere la mano dopo aver lanciato il sasso della critica sempre costruttiva e mai fine a sé stessa, né tantomeno votata al soddisfacimento di mire o ambizioni particolari che non rientrano nelle mie prerogative di cittadino calabrese libero, diversamente dai tanti miei corregionali che ancora votano turandosi il naso convinti di dover per forza di cose scegliere il meno peggio. Ritengo dunque doveroso che quando ci si metta alla guida di una di queste macchine meravigliose che sono le testate giornalistiche locali, lo si debba fare con sano spirito di servizio, mettendo da parte simpatie e mire personalistiche o esigenze di guadagno, perché dall’altra parte dello schermo c’è una colorata categoria tanto bistrattata e vituperata che vorrebbe affacciarsi a queste dinamiche interessanti, vere e proprie palestre dell’informazione, culturali e del dibattito, ma che non viene contattata dalle stesse testate o dalla stragrande maggioranza di esse, perché troppo impegnate a parlarsi addosso con interventi che si moltiplicano e spesso sono avanzati da componenti sociali troppo riconducibili all’editore che diventa il proprietario del vapore a scapito del sano dibattito nonché arma di contrasto a notabili che vengono celatamente invitati a singolar tenzone sulle stesse testate, per finire magari verbalmente massacrati dalla claque appositamente schierata.

Sto parlando dei giovani, degli opinionisti, delle persone libere che non devono per forza ricorrere a un proprio mezzo di comunicazione per diffondere il loro pensiero, altrimenti si duplicherebbe l’insano comportamento della moltiplicazione dei partitini politici dello zero virgola e del fastidio fine a sé stesso o, ancora peggio, del riposizionamento per ambire a fette di governo o briciole sostanziose soprattutto in vista di competizioni elettorali prossime o conclusioni di esperienze ritenute non soddisfacenti per il personalissimo metro di giudizio.

Finiamola con lo spacciare per redazioni uffici assimilabili al soggiorno di casa e riempiamole davvero queste redazioni con collaboratori esterni da retribuire anche soltanto con la presenza sulla testata, chiaro segnale dell’attenzione mostrata verso le categorie che si affacciano con la curiosità di un bambino al sempre meno credibile mondo dell’informazione, quest’ultima diventata ormai talk show su supporto cartaceo o digitale. Diversamente togliete dalle vostre intestazioni le parole notizie locali e aggiungete la dicitura rotocalco di spettacolo, avvenimenti, gossip ed entertainment: dareste una mano ai lettori a rifuggire dalle vostre discussioni sterili!

Giuseppe Donato (uno dei quattro sfigati che commentano sui social!)