Il primo ciak del docufilm “Chi ha ucciso Giovanni Losardo” è stato battuto. E anche il Comune di Acri e gli scenari della Sila sono diventati set cinematografico per la Calabria Film Commission, ente che cofinanzia l’opera. Il progetto, scritto e diretto da Giulia Zanfino, con la fotografia di Mauro Nigro, prodotto dall’associazione ConimieiOcchi, è fortemente sostenuto dal Comune di Acri, dal Parco Nazionale della Sila e dalla Fondazione Carical.
Il documentario ripercorre la storia di Giovanni Losardo, integerrimo segretario capo della Procura di Paola, freddato dalla ‘ndrangheta nel 1980 a Cetraro, dove era dirigente del PCI e assessore all’Istruzione. Un delitto, il suo, ancora in attesa di giustizia. A curare la produzione esecutiva di questo documentario tutto calabrese, Open Fields Productions, una società che da tempo opera sul territorio. Protagonista delle ricostruzioni l’attore acrese Giacinto Le Pera, che indossa i panni di Giannino Losardo, affiancato da Laura Marchianò e Francesco Votano. Caterina Misasi e Annalisa Insardà, tra le interpreti femminili. A Francesco Villari il ruolo di Franco Muto, detto il “Re del pesce”, boss indiscusso di quel territorio. Il docufilm, che si alterna tra passato e presente, vuole sviscerare le grandi questioni aperte del Tirreno Cosentino, e racconta tutta una serie di delitti che, insieme a quello di Losardo, hanno portato alla sbarra il clan Muto, ancora oggi operativo su quel lembo di costa.
“L’urgenza”, spiega la regista, “è quella di analizzare come quella serie di delitti irrisolti abbia influenzato la storia delle nostre terre. Parliamo degli anni ’80, l’epoca in cui i clan entrano nei grandi appalti e iniziano a infiltrarsi nella politica. Losardo aveva intuito quanto questa metamorfosi fosse pericolosa e per questo ha pagato con la vita. Per questo sono felice che il documentario abbia ottenuto il prestigioso patrocinio della Commissione parlamentare antimafia e spero che questo lavoro possa dare un contributo perché giustizia sia fatta”.
Il progetto ha incassato il sostegno dei comuni di Paola e Casali del Manco, del marchio tirrenico Colavolpe e delle attività acresi che hanno sostenuto la realizzazione del teaser Coges s.r.l. Infissi Acri, Les Lolitas shoes, l’associazione nazionale Carabinieri sezione di Acri, l’Ottica Cozza, l’associazione T.A.M.M. Un ringraziamento particolare va ai dipendenti del Comune di Acri, ai dipendenti dell’ufficio del Giudice di Pace e alla direzione sanitaria dell’ospedale “Beato Angelo”.