Le mezze verità raccontano scenari che si vogliono nascondere…

[sg_popup id=”6″ event=”onload”][/sg_popup]di Francesco Greco

Sono belli gli articoli, critici verso l’Amministrazione, in relazione a quanto successo nella giornata di giovedì 26 scorso, prima del Consiglio Comunale: leggi, ad esempio, l’articolo di Salvatore FerraroIn un mare di ignoranza c’è chi riesce a toccare il fondo”.  Purtroppo, della parte più succulenta, ossia della sfida ai prepotenti e della loro sconfitta, nessuno ha parlato. Per quale motivo? Chi è intervenuto sull’argomento non conosce i fatti nella loro completezza o si pone lo stesso obiettivo (oscuriamo l’operato di Progetto Acri a 5 Stelle) che si pone l’Amministrazione?
Anche noi abbiamo evitato, nel nostro articolo “Che teste!”, di dare troppa enfasi ai fatti salienti, minimizzandoli, così, forse eccessivamente, ma noi lo abbiamo fatto per evitare eccessi di autoreferenzialità. Solo che così si è passati da un eccesso all’altro. Ed ecco il motivo di questo articolo, come dire: Dai a Cesare quel che è di Cesare e a Francesco quello che è di Francesco.
Quanto accaduto quel giovedì potrebbe essere narrato in un racconto dal titolo “Il Prudente, gli Arroganti, l’Ardito”.
Il Prudente. – Ovvero Gianluca Garotto. Ha chiesto il permesso (forse perché non a conoscenza della normativa o, appunto, per eccesso di prudenza) di riprendere la seduta del Consiglio, senza che questo dovesse essere concesso da chicchessia (leggi cosa dice il Garante della privacy clicca qui).
Gli Arroganti. – Si sono visti recapitare la richiesta di G. Garotto: non avendo alcuna conoscenza della normativa hanno subito pensato di negare l’autorizzazione, cosa che di fatto non potevano fare. Se il motivo di tale decisione sia stato di carattere vendicativo nei confronti di G. Garotto o si sia tentato di nascondere ai cittadini, questo non è dato sapere. In ogni caso il diniego in questione rivela che quest’Amministrazione probabilmente pensa di aver trasformato il Comune in un proprio feudo.
L’Ardito. – Ovvero Francesco Greco, il sottoscritto. Di me si è parlato in modo indiretto (cittadino-reporter). Ebbene, ho molti difetti, tra cui: malato cronico di legalità, incapacità di sopportare i soprusi, convinto che una Acri migliore sia possibile. (A causa di questi difetti molti si chiedono se sono di destra o di sinistra, se sto con l’uno o con l’altro. Chiarisco una volta per tutte che sono solo un cittadino che, per fortuna o sfortuna, è tornato al suo paese originario e che combatte, senza fare sconti e senza guardare in faccia a nessuno, affinché si possa invertire la rotta che ci ha portato a toccare il fondo).
Andiamo ai fatti. Venuto a conoscenza che era stata negata la possibilità di trasmettere il Consiglio Comunale ad Acri In Rete e giudicando ciò un atto di arroganza, mi sono recato nella sede del Consiglio Comunale a sfidare i “signorotti della città”.
Dove ho montato e acceso la telecamera.  Il Presidente del Consiglio mi ha intimato di spegnerla in quanto (secondo lui) non potevo registrare. Io, per tutta risposta, l’ho invitato a documentarsi.
Dopo qualche minuto mi ha chiamato al tavolo della presidenza per ripetermi che ci voleva l’autorizzazione; a quel punto gli ho citato la legge. Non convinto ha obiettato che quella legge era stata abrogata
In ogni caso sono tornato vicino alla telecamera e non ho fatto una piega.
Quello che riassumo di seguito è documentato dal video allegato.
Dopo qualche minuto è iniziato il C.C. e per prima cosa il Presidente del Consiglio ha invitato le forze dell’ordine ad allontanarmi.
Ho ribadito che non era nelle sue facoltà quella decisione e, vedendo la mia determinazione, le forze dell’ordine si sono astenute dal prendere qualsivoglia iniziativa
A quel punto si è accesa una discussione su quanto stava accadendo e si è vista, per la prima volta in questa consigliatura, una spaccatura nella maggioranza… Tra gli intervenuti c’è né stato uno che ha meritato un video dedicato e che sta facendo il giro del web.
Dopo gli interventi c’è stata una sospensione del Consiglio e alla ripresa è stata fatta una votazione che decretava la mia espulsione o quantomeno lo spegnimento della telecamera. In quel momento è avvenuto il fatto più eclatante. Il Presidente del Consiglio non si è preso la responsabilità di far spegnere la telecamera, così la conoscenza ha sconfitto l’arroganza e la non conoscenza…