Liberazione della giovane Vanessa Marzullo, di origini acresi. Il sindaco: siamo felicissimi. A La Mucone grande emozione
Di Giulia ZANFINO
Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le volontarie rapite in Siria, sono libere. E Acri tira un sospiro di sollievo. Il nonno di Vanessa era di origini acresi. Di La Mucone, una delle più vaste aree del territorio, ai piedi della Sila. Un mosaico di case incastonate tra alture, strapiombi e lingue d’asfalto che le solcano. “Le cime delle montagne l’un all’altre addossate come i gradini d’una grande scala che metta capo nel Cielo”, come scriveva Vincenzo Padula sulle bellezze della Sila.
“Conoscevo il nonno di Vanessa Marzullo” afferma Raffaele Scaglione, un abitante di La Mucone. “E’ una famiglia per bene, molto grande e molto unita. Col tempo, poi, i figli si sono trasferiti a Rose. E sono rimasti lì. Siamo pieni di gioia per la liberazione di Vanessa e per quella di Greta Ramelli. Per noi è la fine di un incubo. Ho parlato con lo zio di Vanessa, Salvatore Marzullo. Non è ancora riuscito a parlare con la nipote, ma è talmente emozionato da non farcela, oggi, a rilasciare dichiarazioni”.
La Mucone oggi è in festa. E anche al Comune di Acri si sorride e si respira un’aria diversa. Da mesi al centralino arrivavano telefonate in cui molti conoscenti della famiglia chiedevano informazioni. Si temeva per l’incolumità di Vanessa e Greta, in uno scenario sempre più crudele. Dal Medio Oriente all’Europa. “Siamo felicissimi per il rilascio della ragazze” afferma il sindaco, Nicola Tenuta. “Abbiamo vissuto momenti di grande apprensione per questa figlia della nostra terra, partita per portare aiuti umanitari in un paese piegato dalla guerra. Siamo stati in stretto contatto con un senatore, e attraverso la sua persona abbiamo cercato di avere informazioni sulle condizioni di Vanessa. Ma fino a due giorni fa la Farnesina non ha lasciato trapelare nulla”. E il sindaco conclude: “Oggi siamo sollevati. A breve faremo una conferenza stampa dove esprimeremo la nostra soddisfazione per come si è conclusa la vicenda”.
All’indomani del rilascio delle cooperanti, però, non sono mancate aspre polemiche. Cavalcate anche dal leader della Lega Nord, Matteo Salvini, che ha affermato: “Se veramente per liberare le due amiche dei siriani il governo avesse pagato un riscatto di 12 milioni, sarebbe uno schifo!”. C
hiediamo al sindaco cosa ne pensa. “Io credo a quello che dice lo Stato, quando afferma che nessun riscatto sia stato pagato”, risponde Tenuta. “Questo non è il momento delle polemiche”, continua il sindaco. “E’il momento di gioire per la liberazione delle ragazze”.
Vanessa Marzullo, ventun’anni, liberata dopo sei mesi di sequestro, oggi è nel cuore di tutti gli acresi. Figlia sconosciuta di una terra che l’ha scoperta dopo un sequestro in uno dei posti più pericolosi del Mondo. Aleppo. Cuore di un conflitto spietato, dove la giovanissima volontaria era in missione umanitaria. Il suo compito era quello di portare assistenza sanitaria alle vittime del conflitto. La segreteria del Pd plaude alla liberazione delle giovani. E in molti esprimono la loro solidarietà a Vanessa, dopo le polemiche cavalcate dai movimenti xenofobi.
“Ad Acri forse il rapimento è passato un po’ in sordina” afferma Francesco Spina, curatore del sito d’informazione “This is Acri”. “Ad Acri forse il rapimento è passato un po in sordina e in pochi (anche amministratori ) hanno inviato un messaggio di solidarietà attraverso i vari siti , pagine ecc. Ad Acri ci sono parenti di Vanessa ed essendo un fatto di cronaca che ha interessato l’Italia e non solo da cittadino mi aspettavo qualcosa di più. Per quanto riguarda alcune polemiche che vedo sui vari siti e purtroppo ho ascoltato anche qui ad Acri sul riscatto sono abbastanza schifato. Pochi di noi (me compreso ) avrebbero il coraggio di andare ad aiutare le popolazioni di questi paesi . La libertà non ha prezzo. O forse meglio celebrare con la frase di circostanza su Facebook la morte di due ragazze ? In quel caso forse qualcuno si sarebbe ricordato di loro”.