L’informazione capovolta
di Franco Bifano
Diciamoci la verità, scrivere di politica di questi tempi è rischioso perché, a seconda di cosa scrivi, puoi facilmente ritrovati appiccicato addosso delle etichette del tipo: comunista, fascista, qualunquista, populista ecc.. Questo perché in politica non esiste la neutralità, c’è poco da fare, si è sempre tirati in mezzo dalla giacchetta. Pazienza, vuol dire che dovesse succedere, me ne farò una ragione!
Intanto, vediamo se ho capito bene la questione che riguarda il Movimento cinque stelle. Una decina di loro parlamentari sono stati presi con le mani nella marmellata. Di cosa si tratta? Del fatto che non abbiano restituito, come prevedono le regole del Movimento, una parte del loro stipendio che serviva ad alimentare un fondo destinato alle piccole imprese attraverso il micro credito.
Intendiamoci, non restituire i soldi non è di per sé un reato, ma di sicuro è un’azione moralmente deplorevole e, a sentire Di Maio, punita con l’espulsione dal Movimento. L’ignobile gesto è stato giustamente portato all’attenzione dagli indignatissimi parlamentari degli altri schieramenti. Bravi e svegli loro! Bravi a segnalare le manchevolezze degli altri, svegli nell’incassare, senza battere ciglio, tutto quanto a essi dovuto senza rinunciare a nulla. Neanche ad un centesimo. “Teng’ famiglia!” direbbero a Napoli. Altro che sostegno alle piccole imprese! Hanno fatto man bassa di tutto, anzi, in molti casi, di quel denaro ne hanno fatto un uso improprio, al punto da finire sotto inchiesta (loro sì!) per reati gravi anche di natura penale.
Una notizia, quella della mancata restituzione di parte dello stipendio, che se avesse riguardato altri partiti non sarebbe neanche finita sui giornali, o al massimo avrebbe trovato posto nelle ultime pagine, poche righe accanto agli annunci funebri. In televisione, invece, probabilmente non sarebbe mai arrivata, o tuttalpiù sarebbe finita “nascosta” nei titoli di coda dei notiziari.
Al contrario, sono settimane che attraverso gli organi di (dis)informazione sentiamo parlare di “rimborsopoli”, aggettivo che sa di furbata mediatica in quanto per assonanza può essere accostato facilmente a “tangentopoli”.
Ovviamente, sono cose diversissime! Come è noto, tangentopoli è legata alla più grande inchiesta di malaffare e corruzione italiana. Rimborsopoli è solo una pessima figura rimediata da una decina di parlamentari. Eppure, mediaticamente si cerca di far passare l’idea che le due cose siano sullo stesso piano. Ignobile!
E non c’è solo questo! Tutti parlano ad esempio di onestà e di liste “pulite”. Pulite? Ma scherziamo? In quelle del Pd ci sono ben 27 tra indagati e condannati un vero record. Ha fatto meglio persino di Forza Italia che si è fermata “appena” a 22. Eppure sui Media questo aspetto non fa notizia, e si continua a “sfruculiare” nelle liste pentastellate.
Fa più notizia, ad esempio, il Comandante De Falco ( quello del “cazziatone” a Schettino) accusato di violenza fisica dalla moglie, dalla quale pare si stia separando. Senza, peraltro, che la consorte abbia sporto denuncia.
L’ultimissima novità è davvero strepitosa!! Il figlio del Governatore De Luca, Assessore al comune di Salerno, finisce nell’inquietante inchiesta di Fanpage sullo smaltimento delle eco balle in Campania. La vicenda è gravissima, (altro che rimborsopoli) si parla di possibili tangenti del 15% sui rifiuti stoccati. Si spera che i media diano adeguato spazio alla questione, anzi che magari scavino ancora più a fondo, considerato che la corruzione è in assoluto uno dei mali peggiori della nostra Nazione . E invece? Quasi quasi a finire sotto inchiesta mediatica sono i giornalisti di Fanpage, rei di essersi avvalsi della “complicità” di un ex camorrista per scoperchiare il calderone, mentre De Luca solo per il fatto di essersi dimesso (il minimo che potesse fare) finisce per essere elogiato per coerenza e senso di responsabilità (da sbellicarsi dalle risate!).
Non si può certamente dire che i media in Italia non raccontino le cose o non facciano informazione. La verità è che l’informazione c’è, ma spesso viaggia capovolta, ricorda quei saltimbanchi che per compiacere il sovrano di turno camminavano a testa in giù e con le braghe per aria.