di Angelo VACCARO
L’identità di un popolo o di un territorio a volte affonda il suo archè non solo nella storia recente e prossima ma paradossalmente in quella remota. La stessa geomorfologia dei luoghi, i profili delle montagne modellate dal tempo, i fiumi che scorrono dentro valli imponenti non danno solo smarrimento e sensazioni di bellezza ma spingono il pensiero nei meandri più antichi della storia umana. E’ come se il genius loci, l’anima del luogo, come direbbe Francesco Bevilacqua, abbia attraversato la storia a ritroso per giungere fino a noi. Chiunque ha percorso la Valle del Mucone verso Acri con l’occhio pronto a leggere la semantica del paesaggio sa di avere colto qualcosa di remoto e misterioso nel vedere apparire da lontano la carena di San Cataldo che sorge fra due fiumi quasi a sorreggere il centro storico, e di avere intravisto in questa impressione l’antica porta della Sila. E la suggestione diventa la porta della conoscenza, quella che ti spinge a cercare tra gli scritti del passato e a rileggere i contributi di autori recenti. La stessa suggestione che si prova a rileggere il passo di F. Lenormant nella sua famosa Grande Gréce “… affermo che è là (rif. nella Valle del Mucone) che bisogna cercare Pandosia, è là che si troverà il suo sito. Essa non può essere che là o in nessun altro posto. Pandosia era attigua alle grandi foreste della Sila. E questo aveva fatto la sua importanza e la sua ricchezza. Era la città dove si concentravano i prodotti delle innumerevoli mandrie di alta montagna e delle altre attività forestali, la cera delle api selvagge, la pece così ricercata della Sila, e il legname per le costruzioni navali, che veniva trasportato dalle acque dell’Acheronte e del Crati. La città di Acri, che le succedette in questo ruolo, è stata sempre una comunità ricca, dedita al commercio, popolosa.”
L’Associazione “Acri Antica Pandosia Capitale degli Enotri” nasce dall’esperienza di una comunità virtuale, dal gruppo spontaneo di un social network, che diventa ora visibile nel tessuto territoriale e umano, diventa incontro per discutere su una questione di grande interesse, non per mettere una bandierina sulla cartina geografica e contrariare le aspettative delle altre città della Calabria, che vantano anche loro, di essere il sito della Città regale degli Enotri, piuttosto per tenere accesa una fiaccola che diventi sorgente di attenzione sul presente, attraverso le identità ritrovate nel passato, perché diventi luogo emotivo di dissolvenza della tristezza e della cultura della rassegnazione, uno stereotipo di calabritudine che in tanti ci attribuiscono. Nasce, di fronte alla visibile spoliazione e al depauperamento della nostra comunità, dalla voglia di ricostruire il senso della presenza e dell’appartenenza e a contribuire con umiltà, insieme ad altri numerosi corpi sociali, a riportare l’agire consapevole nella nostra storia.
L’associazione intende dare vigore e diffusione all’idea che in questa terra la Storia non inizia con le poleis della Magna Grecia, come il mondo crede, ma germina, ancora prima, sui sodalizi e gli insediamenti degli Enotri e dei Bretti, popoli italici dai quali abbiamo ereditato l’essenza della civiltà contadina, il sentimento dell’ospitalità, il potere della nostalgia come medicamento a ogni forma di sradicamento sociale, il senso della libertà, la coscienza del legame ancestrale fra gli uomini e la terra, tra la memoria e il futuro. “ Acri Antica Pandosia Capitale degli Enotri”, associazione senza scopo di lucro, aperta a chiunque ne condivida le finalità e le regole statutarie, si pone da subito al servizio della Città e degli gli Enti Territoriali a sostegno di progetti di interesse culturale e storico e piani di ricerca archeologica, considerati prioritari e presupposti indispensabili per ricostruire identità perdute, per sostenere culture di salvaguardia di ogni forma di bellezza territoriale.