Opinione: Ad Acri,va tutto bene

di Francesco Spina

Nelle scorse ore, leggendo una nota del Presidente del Consiglio di Acri, mi sono quasi sentito chiamato in causa dalle sue esternazioni.

Coda di Paglia? Sesto senso? Bhu!

Chiamatelo come vi pare, ma già dal titolo della nota (Acri e’ una citta’ civile e democratica”), qualcosa mi ha subito fatto balenare in mente che forse l’ho combinata grossa. Nella nota del presidente, non c’è ovviamente un nome e cognome preciso, ma si fa riferimento in modo generico alle “ prese di posizione di alcuni cittadini, su vari social network”, quindi magari mi sbaglio, io non centro nulla in tutto ciò, sono solo miei presentimenti, ma se poi  penso al fatto che in data 19 Febbraio alle ore 2.23, sul mio profilo personale Facebook, in un post da me pubblicato ( e poi ripreso dal sito iacchite.com ndr leggi qui ) in merito al problema “illuminazione”, concludevo con la seguente frase: “io voglio vivere nel mio paese e voglio un paese CIVILE, e purtroppo in questo momento Acri NON È PIÙ UN PAESE CIVILE”, allora qualcosa cambia, e se 2 + 2  fa 4 , il titolo della nota presidenziale deve essere; o riferita anche a me , o è un puro caso oppure un clamoroso plagio?

Ripeto, magari è solo una mia sensazione,non voglio assolutamente insinuare nulla,  ma visto che siamo in un paese democratico, in democrazia mi vengono anche dei dubbi. Ma possibile che il mio post  abbia scaturito tanta indignazione?  Quello che ho scritto era, ed è, una visione dal mio punto di vista, una visione che può essere condivisibile o meno, ma resta comunque il fatto che è la visione di un cittadino acrese, che vuole esclusivamente il bene di Acri, e che scrive, magari offuscato dalla rabbia verso un intero sistema, e non verso questa o quella Amministrazione. Nel post chiedevo da cittadino , di risolvere il problema che da qualche anno, vede alcune zone di Acri al buio, un problema che si è ripresentato nuovamente la sera del 18 Febbraio a seguito di un incidente in centro urbano in una strada dove l’illuminazione era in quel momento assente, e dove l’oscurità forse è una delle cause che hanno portato al triste epilogo,  mi rivolgevo a chi avesse la responsabilità di affrontare e risolvere il problema nell’immediato. Non so se sia compito dell’Amministrazione, dei vari settori o degli operai, ma sicuramente se  da qualche anno questa problematica esiste, ed è sotto agli occhi di tutti, qualcuno deve risolverla, non spetta certamente a me la risoluzione del guasto, io da cittadino posso esclusivamente segnalarlo. Ecco, segnalare un problema, cioè quello che cerco di fare quasi tutti i giorni, lo faccio attraverso il blog che gestisco, e lo faccio per dare nel mio piccolo una mano alla comunità (Amministrazione compresa), non per attaccare questo o quello, e certamente non utilizzo il mio blog e i vari social network per “..ledere l’immagine della città e delle istituzioni”, cosi come si legge nella nota del presidente, se avessi voluto farlo in 3 giorni ci sarei anche riuscito, i social hanno purtroppo anche questo “potere”, ma il mio intento non è assolutamente quello di ledere l’immagine di Acri, anzi tante volte grazie alla pagina che gestisco su Facebook, ed al blog, il nome della Città di Acri è stato portato avanti con orgoglio e passione, soprattutto grazie alle migliaia di utenti che quotidianamente inviano il loro contributo, non so se il Presidente lo sa, in caso contrario lo invito a visitare la pagina This is Acri in modo da constatare personalmente che quotidianamente pubblico qualunque cosa accade ad Acri, e sopratutto invito cittadini ed istituzioni ad inviare segnalazioni, foto o materiale.

Vengo subito alla conclusione, nella nota c’è una frase che mi lascia un pò di stucco, e nella quale non mi riconosco, ma visto che credo che il presidente possa riferirsi anche a me, la faccio per un attimo mia. Esso scrive : “…chi lancia accuse di inciviltà e conflitti di interesse, lo fa in modo gratuito ed ingiustificato, forse preso da improvviso malessere e nervosismo dovuti a cause personali”, malessere e nervosismo personale? Forse si, ma per personale non intendo un esame andato male , una crisi amorosa o la sconfitta della mia squadra del cuore. Per personale intendo che sono stufo di vivere in una città dove si respira un clima di “guerra fredda”,una città dove chi ha la mia età è costretto a farsi le valige e partire,  una città dove un consiglio viene scambiato per un attacco, un parere viene scambiato per una minaccia, un’idea per una mania di protagonismo. E poi, sembra quasi diventata un abitudine attaccare un cittadino che dice la sua,è successo in passato e forse accadrà anche in futuro, invece di cercare di dialogare o magari ascoltare le idee di tutti, semplicemente per avere un confronto civile. Quello che appare a me, cosi come credo  anche ad altri è una divisione tra istituzioni e cittadini, dove ogni minima parola viene vista dall’una e dall’altra parte come un attacco. Sicuramente non tutti agiscono in buona fede, ma io ho la presunzione di considerarmi onesto e senza secondi fini e dunque dirò la mia a prescindere da ogni cosa, giusta o sbagliata che sia, nel rispetto delle istituzioni e dei ruoli ma assolutamente senza timori, ed ovviamente cercando sempre la verità delle cose, attraverso un confronto. Sono stufo di assistere a dei consigli comunali dove gli argomenti sono quasi sempre incentrati su incompatibilità o sfiducie varie, vorrei invece che tutti (maggioranza ed opposizione) lavorassero in un clima di collaborazione, e che si ascoltasse il parere della gente, la gente che tutti i giorni vive Acri, anche di quelli che come me scrivono “cavolate” sui social network. Acri è un paese civile e democratico, ma forse in questo momento il nervosismo sta offuscando la mente di molti, ed è per questo che a volte si nega l’evidenza, cercando di distogliere le menti dai reali problemi, e facendo credere che VA TUTTO BENE !

Voglio chiudere con il post pubblicato su Facebook da Angelo Sposato  un cittadino acrese che stimo.

“Acri è un luogo pieno di malcontento e mi sorprende che il sindaco ed il presidente del consiglio comunale esternino certe considerazioni a riguardo con toni risentiti.
Il malcontento è, spesso, di pancia, o di “trippa” in alcuni casi, ed è, quindi, scomposto, reazionario, superficiale, nulla di tessuto culturalmente. Questo accade per un vuoto generazionale, il disimpegno di una generazione come la mia e quelle poco prima e dopo. Ciò fa in modo che la politica e la cultura trovino annullamento attraverso quell’anagrafe inconsapevole dei passaggi storici degli ultimi venti anni. L’età significa tutto e nulla, in questo caso, però, è tutto leggendo le considerazioni di sindaco e presidente del consiglio comunale così fuori epoca. Ma è pur vero che le generazioni successive alla loro non abbiano inciso nulla nella contemporaneità di Acri, creando, invece, spazio a sessantenni incolumi da qualsiasi contenuto, almeno, di quei meravigliosi e complessi anni settanta che hanno attraverato, forse pure scansandosi.”