OPINIONE: Domani, la rivoluzione!
di Franco Bifano
“Ah, se settimana prossima dovesse iniziare la rivoluzione, chiamatemi!” Chiudeva così l’articolo, pubblicato qualche giorno fa, a firma di Giacinto Le Pera e dal titolo “acri e la calabria, sud del sud”. Se i cittadini di Acri me lo permettessero, vorrei scriverlo sui muri della nostra città. Ovviamente scherzo anch’io, giocando nel riprendere il suo articolo. Fino ad un certo punto però, perché quello di scriverlo davvero, potrebbe essere una buona idea per avere un promemoria costantemente sotto gli occhi. Sarebbe come ricordare a tutti noi, quotidianamente, che qualsiasi giorno della settimana è buono per incominciare a percorrere una nuova strada e diventare veramente “cittadini attivi e consapevoli”.
Per il momento immagino che Giacinto Le Pera (clicca qui per leggere l’articolo, ndr) non abbia ricevuto nessuna chiamata che annunci la “lieta novella”, così come dubito che la cosa possa accadere in tempi brevi. Tuttavia, sono convinto che la partita della sensibilizzazione delle coscienze, della “rivoluzione culturale” possa e debba essere giocata. Richiederà questo sì, una buona dose d’intraprendenza e temerarietà, ma si può fare. Ammetto che il problema è trovare (con questi chiari di luna) gente che abbia la giusta dose di questi due elementi. Del resto la fotografia che viene fuori dall’articolo di Giacinto Le Pera (clicca qui per leggere l’articolo, ndr) sulla nostra regione, per quanto impietosa, è ( haimè! ) vera e rende il compito ancora più arduo. Però, penso sarebbe ingiusto non tenere conto che, per fortuna, esiste un’altra Calabria, quella che “resiste” e cerca di opporsi con i pochi strumenti che ha. E’ la Calabria delle associazioni anti-pizzo, delle cooperative agricole che con fatica lavorano i terreni sequestrati alla ‘ndrangheta, degli imprenditori che quotidianamente rischiano la vita, dei giovani che scendono in piazza, dei giornalisti coraggiosi che documentano il malaffare. In sostanza, esiste e sopravvive la Calabria dei comuni cittadini che non si rassegnano e tentano di opporsi alla “mafia” politica, quella che trova sempre il modo per favorire gli amici degli amici facendo affari con appalti “truccati” e consulenze varie.
Provocatoriamente, nel mio articolo tiravo in ballo gli intellettuali, le persone libere, ispirate non solo intellettualmente. Gente che, nonostante le oggettive difficoltà, ancora crede nel bene comune e lo persegue . Magari sono rare, ma resto convinto che nella nostra comunità vi siano. Mio nonno diceva “nel mondo dei ciechi, beato chi ha un occhio solo”. Pertanto, chi quell’occhio ce l’ha e per pigrizia, per quieto vivere o, peggio, per rassegnazione lo tiene chiuso, non sarebbe male se cominciasse ad aprirlo e non girasse più la testa dall’altra parte facendo finta di non vedere. Come ho già scritto, i vantaggi per i cittadini sarebbero incalcolabili, mentre sarebbero tempi duri per politici balordi, imbonitori alla Vanna Marchi ed ipocriti di lungo corso.