OPINIONI: Corsi e ricorsi storici

di Marcello Perri

Erano gli anni 80 quando un lungimirante sindaco insieme a tutta la sua combriccola decise di coprire con colate di cemento il fiume calamo. Passarono degli anni e su via calamo, tra gli alberi e il verde, nasceva un ascensore. Un simbolo dell’arte moderna, ferro vetro e cemento. Un’altra opera con tanto di firma. Arriviamo ai giorni nostri. Altro sindaco, altra combriccola. Via gli alberi per far posto al cemento. Questi sono i nostri amministratori. Queste le opere che dimostrano quanto loro siano legati al bene comune. Ultimamente i nostri amministratori si riempiono la bocca con l’iniziativa “adotta una aiuola” ma poi, si fa presto a tagliare degli alberi per far posto ad una pista ciclabile! Credo che tutto questo sia un controsenso. Credo che ormai il nostro paese stia toccando il fondo, e tutto questo per merito di chi ci amministra. E mi chiedo: dove arriveremo? Quando si faranno da parte? Questi signori si rendono conto di come hanno ridotto una splendida cittadina come la nostra? Questo è quello che ci lasceranno in eredità: una cittadina privata del suo ospedale, un ascensore inutilizzato, un fiume coperto, una caserma mai terminata, uno pseudo teatro, una galleria ed un ponte che chissà quando saranno inaugurati, un parcheggio al posto di una scuola, un paese al buio e delle aiuole adottate. Questo è Acri. Un paese privo di cultura. Per fortuna però, non ci possono rubare la storia. Passano gli anni, passano i sindaci, cambiano gli amministratori ma nulla cambia per la città e per i cittadini. Di male in peggio. Acri pian piano si spegne ma per loro tutto va bene. Ma come ci insegna la storia, tutte le cose sono destinate a finire. Verrà il momento che vi cacceremo, perché voi meritate questo.