OPINIONI | Oui, je suis Catherine Deneve
DI FRANCO BIFANO
Essere italiano a volte pesa. Per questo spesso mi diverto a immaginarmi francese. Gente gagliarda i transalpini. Mi affascina la determinazione che mettono nel ribellarsi. Li ho molto ammirati, ad esempio, quando sono scesi in piazza ostinatamente per mesi, protestando contro l’innalzamento della pensione a sessantadue anni. Se sapessero che noi andiamo in pensione alla soglia dei sessantotto senza dire nulla, esclamerebbero con eleganza di cui sono capaci: O merd!!
Del resto, un popolo che si rispetti non accetta senza reagire le scelte di una classe dirigente, soprattutto se questa si rivela inadeguata. Da questo punto di vista abbiamo molto da imparare. Forse, quello che manca noi è la “cazzimma”, come la chiamano a Napoli. Insomma, ci manca quella sorta “marcia in più” che fa invece parte del loro patrimonio genetico. Forse è anche per questo che non diamo peso alle cose importanti, accapigliandoci invece per cose di poco conto.
Avete visto cosa è successo per colpa di una pesca? Si è scatenato un pandemonio. Liti interminabili in televisione, prime pagine sui giornali, indignazione sulla rete. Un caos. Eppure, quando si tratta di accettare un frutto dovremmo essere più cauti. I nostri antenati per aver accettato di mangiare una mela scatenarono un’ira di Dio! Insomma, ancora una volta siamo capaci di far scoppiare una di guerra mediatica per nulla, o meglio, per uno spot televisivo. Poi però non abbiamo la stessa reazione per cose molto più serie. Anzi, diamo sempre di più la sensazione che di quelle non ce ne freghi nulla. Penso, ad esempio, al costo del gasolio che è salito alle stelle, all’inflazione che si mangia gli stipendi, alle bollette – già salate – che aumentano del 18%, ai tassi d’interesse sui i mutui raddoppiati. Penso alla sanità che cade a pezzi, alla povertà in aumento, al fatto che perderemo un bel po’ di miliardi del PNRR. Penso soprattutto alle 559 persone (80 al mese da gennaio a luglio!!) che sono uscite di casa per andare a lavorare e non vi hanno fatto più ritorno.
Per tutto questo non muoviamo un dito! Restiamo immobili nella nostra indifferenza, come se non ci riguardasse. Preferiamo indignarci molto di più per una pubblicità televisiva contribuendo ad arricchire le casse della catena del supermercato che l’ha commissionata. D’altra parte, non abbiamo nel nostro DNA il gene della ribellione, ma forse uno meno nobile che finisce però sempre con “ione”. I francesi sono più fortunati. Pur di essere uno di loro avrei accettato persino di essere una donna. Sai che soddisfazione nel poter dire: “Oui, je suis Catherine Deneve!”