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OPINIONI | Primo Maggio 2020

di Associazione Acri Sogna


« una Repubblica a carattere profondamente sociale, in cui scomparisse il privilegio e su di esso trionfassero le forze del
lavoro», scriveva Sandro Pertini su L

Avanti! del 2 giugno 1949.
«In questa Repubblica, invece, domina ancora, e più prepotente che mai, il privilegio: i ricchi sono sempre ricchi, più ricchi di prima; i
poveri sono sempre poveri, più poveri di prima», denunciava l
partigiano e futuro presidente della Repubblica.
Impressiona come questa situazione evidenziata nel 1949 sia
terribilmente corrispondente a quella attuale.
’ex
In questo scenario si contestualizza la festa dei lavoratori del 2020 ai tempi del Covid 19, una giornata in cui il tema della precarietà è
diventato una scandalosa e drammatica normalità.
E’ assordante il silenzio di tanti giovani, donne, migranti, padri di famiglia costretti finora a lavori occasionali e giornalieri che oggi vivono e convivono con la perdita del lavoro con un incubo che angoscia e che impedisce loro di fare progetti, di organizzare e programmare la loro vita e quella delle loro famiglie, il loro futuro.
Il lavoro che sparisce per migliaia di famiglie!!!!!!
Siamo al capolinea di una stagione che ha sfigurato l ́Italia e che ha
massacrato diritti sociali fondamentali.
Una precarietà che inghiotte il destino di una generazione una precarietà che mina non solo il rapporto con il mondo del lavoro,
ma soprattutto alle fondamenta della coesione sociale.
Non arrendiamoci agli annunci e a meno diritti, questo Paese ha bisogno di un Piano Straordinario per il lavoro che non può più essere sostituito dal solo reddito di cittadinanza che abbia a cuore tutte le categorie sociali ed è proprio per questo che come associazione Acri sogna vogliamo condividere non solo il dramma

di tante famiglie, ma anche in questa fase l’appello accorato di tanti operatori commerciali presenti sul nostro territorio.
Soprattutto in questa particolare fase non vogliamo far parte di quella classe dirigente di destra e di sinistra che negli ultimi decenni ci ha abituato a comunicazioni propagandistiche fatte esclusivamente di slogan che maledice la precarietà del lavoro in una perenne campagna elettorale per poi dimenticarsene una volta occupato lo scranno del potere.
Ci impegneremo con tutti i nostri mezzi e le nostre risorse per far tornare al centro del dibattito politico il lavoro come strumento di
equità e dignità sociale.

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