Un’altra pagina del progetto di teatro e comunità curato dall’associazione culturale ConimieiOcchi sta per essere scritta in una delle aree interne più suggestive della Calabria. Acri, porta della Sila, torna ad essere il fulcro di questo percorso artistico collettivo.
A spiegarlo, nella splendida cornice dell’antico palazzo Sprovieri, i due coautori di “Picitti Stories” Maria Grazia Bisurgi, presidente dell’associazione, e Francesco Votano, vicepresidente. Immerso in un palcoscenico naturale, dai ruderi delle case più antiche del paese, il progetto si spinge sin nelle maglie più strette della realtà virtuale. Dopo aver esplorato il “TEMPO PASSATO” e il “TEMPO PRESENTE”, al centro dell’annualità 2020 ci sarà il “TEMPO FUTURO”. Un progetto apprezzato, tanto da essere primo nella graduatoria regionale dei progetti culturali. E quest’anno il focus della ricerca si sposta sull’idea di comunità, elaborata e condivisa dalle giovani generazioni. L’interazione dei ragazzi con il loro territorio, che oscilla tra community virtuale e relazioni fisiche, sarà al centro della ricerca di questa terza edizione. In un’epoca dove la distinzione tra realtà online e offline è sempre più labile e la componente virtuale viene concepita come elemento essenziale delle relazioni, il progetto si interroga su quali saranno le nuove forme di comunità. Ma la sfida non è solo questa. Nell’era del Coronavirus, tra sipari chiusi e platee vuote, il dibattito teatrale e artistico nazionale durante il lockdown si è fermato a riflettere in una forma generale sul ruolo del teatro e dell’arte, nella società e in particolare sulle relazioni con le comunità e i territori. L’obiettivo è anche quello di riportare la comunità a varcare la soglia del teatro, restituendogli la sua dimensione di vaccino, antidoto. Superando la distanza che, già da anni, si è creata tra pubblico e artisti. Il teatro, che si nutre di presenza, di relazione con il pubblico, cerca nuove strade per riappropriarsi del suo ruolo sociale. E, negli anni, il lavoro dell’associazione è stato anche quello di riavvicinare i processi teatrali alle comunità, in una comunione espressiva, identitaria, rivoluzionaria. Sin dalle prime edizioni, il progetto ha, infatti, coinvolto la comunità nel processo creativo, rendendola parte dello spettacolo. Mettendo al centro, di volta in volta, l’argomento di ricerca dell’edizione. La comunità acrese è così diventata il nodo vitale del progetto. E lo sarà anche in questa edizione, proiettata su un’idea di futuro da esplorare e raccontare. Una particolare attenzione si darà al riconoscimento identitario, attraverso installazioni che metteranno al centro lo sguardo dei giovani. Ci saranno viaggi digitali e nuovi gruppi di artisti che prenderanno parte al progetto. Tra questi “Gruppo Orizzontale”, il collettivo di architetti d’avanguardia che ripensa gli spazi pubblici attraverso idee visionarie e sostenibili. Durante la conferenza stampa l’assessore alla Cultura Mario Bonacci ha rinnovato la volontà dell’amministrazione di offrire pieno sostegno a un progetto valido, considerato una risorsa preziosa per il territorio. Un programma, quello di quest’anno, che confluirà in un intreccio narrativo sulle tre edizioni di Picitti Stories. Frammenti di vite vissute, oggetti di un mondo perduto, testimonianze strappate al presente, installazioni che guardano al futuro. Tutto seguendo un’idea democratica di teatro. Del resto, come dice il regista Peter Brook, “il teatro è l’ultima tribuna dove l’idealismo è ancora una questione aperta”.