di Franco Bifano
Non ho mai pensato che scrivere un articolo su un quotidiano, possa smuovere le montagne. Tuttavia, penso che, in generale, scrivere contenga intrinsecamente in sé un potenziale molto più “pericoloso” del far muovere le cose, il potere di scuotere le coscienze, in particolare quelle assopite.
Per quelle che invece si trovano in uno stato comatoso o peggio, “vincolate” a favori “è inutile bussare, tanto non risponderà nessuno”, per dirla alla Celentano. Nella nostra comunità penso siano solo assopite.
Lo scorso anno ci fu comunicato, con tempi e modi molto discutibili, l’intenzione di costruire “la Cittadella della cultura” all’intero di Palazzo Sanseverino-Falcone. Un progetto nell’insieme condivisibile, (già allora scrissi un articolo) che però, purtroppo, partiva con un presupposto così irritante che a pensarci oggi “ancor m’offende”, avrebbe scritto Dante. Ovvero spostare la statua di Giovan Battista Falcone dall’attuale Via Regina Elena, alla piazza antistante Palazzo Sanseverino-Falcone.
Pare che ancora si persegua ostinatamente questa opinabile iniziativa.
Ora, come ho già scritto, l’idea non sembra particolarmente oculata. Perché, se da una parte si va a privare un quartiere di quello che può considerarsi a tutti gli effetti il suo riferimento toponomastico-antropologico ”u Monumentu”, dall’altra si andrebbe a togliere a ben tre quartieri Cappuccini-Casalicchio-Piazza Marconi il loro “anello di congiunzione”.
Non solo, c’è da chiedersi che senso abbia creare il previsto percorso “a cielo aperto” di pittura murale e sculture che passa proprio da via Regina Elena per arrivare a Padia, depotenziandolo contestualmente di preziosi riferimenti storici, come appunto è la statua di Giovan Battista Falcone. Senza considerare che sarebbe da irresponsabili non tenere conto del grave rischio dei possibili danni alla statua che potrebbero verificarsi durante il suo trasferimento, considerata la fragilità del marmo dopo oltre 100 anni di onorata presenza e sempre all’aperto.
Non sarebbe più opportuno, lungimirante e in linea con il suddetto progetto, lasciare le cose come stanno e commissionare un nuovo busto dell’eroe risorgimentale, da collocare nella piazza antistante Palazzo Sanseverino-Falcone?
L’obiettivo primario che ogni buon amministratore deve perseguire è l’interesse della collettività, non esaudire le aspettative di qualcuno in particolare. Vedi anche questione che riguarda i musei in generale, e il MACA in particolare. Argomento sicuramente da approfondire prossimamente.
Comunque sia, credo che una decisione così radicale e penalizzante per il Centro Storico non possa essere presa da “pochi intimi”. Non sottovaluterei la possibilità che le coscienze possano di colpo svegliarsi, decidere di rialzare finalmente la testa e far sentire la loro voce. Chissà, magari potrebbe essere solo l’inizio di un nuovo “risorgimento” locale!