DI FRANCO BIFANO
Fa sempre piacere venire a conoscenza di nuovi progetti culturali, a maggior ragione se riguardano la nostra città. Sono tra quelli che pensa che l’espressione “con la cultura non si mangia” sia un’autentica sciocchezza. Intanto, perché la cultura è comunque “cibo” per la mente. Poi perché la stessa è certamente in grado di assicurare risorse economiche, tali da saziare non solo organi forse meno nobili come la pancia, ma creare anche opportunità di lavoro. L’altro ieri partiva l’idea di un sondaggio sulla possibilità di spostare la Statua di Giovan B. Falcone .
Per capire, la statua dall’attuale collocazione di via Regina Elena verrebbe trasferita presso la piazza antistante Palazzo Sanseverino-Falcone. Neanche il tempo di metabolizzare l’idea che con un articolo a firma Collettivo HortusAcri, l’argomento veniva ripreso e approfondito. La sensazione è che sia partito una sorta di “arrembaggio” mediatico al marmoreo monumento dell’eroe risorgimentale. L’ardita ipotesi di un’azione alla “Jack Sparrow” trovava conferma con l’intervento sull’argomento dell’Assessore alla cultura del Comune di Acri. Tutto questo è avvenuto, pensate la stupefacente singolarità, nell’arco di appena 48 ore scarse! Sarebbe troppa grazia chiedere di essere informati in maniera più oculata, e meno caotica su argomenti così importanti e delicati? Il prof Bonacci, comunque, scrive di un progetto al quale l’assessorato pare stia lavorando da mesi insieme al MACA.
Ci informa solo oggi però del fatto che il “ricollocamento” della statua di G. B. Falcone sarebbe da inquadrare nell’ambito del medesimo progetto, il cui obiettivo è quello di creare una “Cittadella della cultura” all’interno di Palazzo Sanseverino-Falcone. Non solo, sarebbe previsto persino un percorso a “cielo aperto di pittura murale e scultura che da Palazzo Falcone approderebbe su Corso Sandro Pertini (isola pedonale), passando per i rioni “Picitti” e “Padia”. Sembrerebbe un buon progetto! Tuttavia trovo che alcuni aspetti siano, a mio modo di vedere, poco convincenti e quindi da approfondire. Ad esempio, il previsto percorso di “opere a cielo aperto” per arrivare ai rioni Picitti e Padia passerebbe necessariamente da via Regina Elena.
Mi chiedo allora se abbia un senso spostare la statua di G. Battista Falcone considerato che comunque ricadrebbe nell’itinerario? Anzi, ritengo che la sua presenza sarebbe davvero opportuna per rendere più accattivante e suggestivo il percorso, non vi pare? Rifletterei inoltre con molta attenzione se non sia poco oculato, privare i tre quartieri Cappuccini-Casalicchio-Piazza Marconi non solo del loro “anello storico di congiunzione” ma anche di riferimento, “u’monumentu” (per intenderci!). Trovo inoltre, singolare che si proponga il “sondaggio” sullo spostamento della statua, prima ancora di aver spiegato il progetto nella sua interezza. In genere non si dovrebbe fare il contrario? Nell’occasione si ha sensazione aver messo, a livello mediatico, il carro davanti ai buoi, con il concreto rischio che sventolare adesso la bandiera della condivisione risulti poco credibile. Condividere davvero, vuol dire imboccare altri tipi di percorsi. Magari meno agevoli, ma alla fine certamente più gratificanti.