S.I. Acri: “Il 5G e l’amministrazione del cambia vento!”
Di Sinistra Italiana
Cari concittadini, se ben ricordate nel corso dell’ultima campagna elettorale il nostro attuale primo cittadino, Pino Capalbo, aveva più volte manifestato le sue intenzioni di aprire una fase nuova rispetto alle vecchie logiche delle amministrazioni che lo avevano preceduto, fatta di buona politica, di inclusione della comunità nelle decisioni importanti (ricordate i tanto decantati referendum cittadini ?) ed attenta ai temi ambientali.
Ebbene, dovete sapere che il 17 febbraio u.s. tal società Inwit Spa ha iniziato dei lavori edili in un terreno privato sito in c/da Settarie per la realizzazione di una stazione radio base sulla quale verrà ospitato il gestore TIM Spa (tradotto:per l’installazione del famigerato e vituperato 5G sul territorio del comune di Acri).
I cittadini di quella contrada non appena intuito di cosa si trattasse si sono immediatamente costituiti in Comitato (“Settarie no inquinamento”) ed hanno bloccato i lavori con una serie di manifestazioni di protesta a tutela della salute pubblica e dell’ambiente.
In quella fase è stata interessata della questione anche l’amministrazione in carica che con provvedimento del 9 marzo 2020, a firma del Responsabile del Settore 3° – Urbanistica ed Ambiente, ha disposto la sospensione dei lavori.
Tutto a posto avranno pensato quanti a conoscenza della questione, i nostri solerti amministratori, in primis il sindaco, non permetteranno che una società privata la faccia da padrone sul territorio di Acri a discapito della salute di tutti i cittadini !
Niente affatto !!
La storia infatti ha un triste seguito: è successo che la Inwit Spa abbia proposto ricorso innanzi al TAR Calabria avverso il provvedimento comunale che aveva disposto la sospensione dei lavori e che il 17 giugno scorso i giudici amministrativi lo hanno accolto perché l’ordinanza andava firmata non dal Responsabile del Settore 3° bensì dal Sindaco ?! ….. vabbè una distrazione può capitare anche ai migliori, soprattutto quando si è continuamente presi dalle grane derivanti dagli ormai sistemici rimpasti di giunta.
È successo, inoltre, che i nostri bravi amministratori non abbiano ritenuto opportuno costituirsi in giudizio per resistere alle richieste della Inwit Spa e, cosa ancor più grave, non abbiano fatto nulla per evitare che la predetta società ottenesse tutte le autorizzazioni necessarie alla realizzazione della stazione radio, infischiandosene di informare i cittadini di questo bel pacchetto-regalo tecnologico che ci stavano confezionando su misura e propinando a nostra totale insaputa.
E già, difatti i nostri oculati amministratori erano a conoscenza della faccenda già dal 14 giugno del 2018 – data in cui la Inwit Spa presentava in comune l’istanza autorizzatoria – senza aver mai opposto alcun veto né sollevato alcuna perplessità in merito all’esecuzione dell’opera, come per dire: prego accomodatevi cari signori e fate pure come se foste a casa vostra, tanto qui è terra di nessuno !!
Ma che colpa ha l’amministrazione in carica e, soprattutto, che cosa avrebbe potuto fare e non ha fatto se la richiesta avanzata dall’Inwit Spa per la realizzazione dell’infrastruttura era documentalmente a posto, si potrebbe opinare.
Innanzitutto, a tempo debito e forti del fatto che il comune di Acri non rientrava nei 120 piccoli centri pilota su cui sperimentare la tecnologia 5G per come individuati dall’Authority per le Telecomunicazioni nel 2018, avrebbe potuto adottare una delibera di giunta ovvero altro atto amministrativo autoritativo col quale sospendere in via precauzionale l’attivazione del 5G sull’intero territorio comunale in attesa che l’Ist. Superiore della Sanità rendesse il proprio parere sulla potenziale (ed altamente probabile) incidenza tumorale di questa nuova tecnologia sulla salute delle persone e, all’esito, valutare altre eventuali iniziative a tutela della incolumità pubblica.
Poi, sempre con le dovute tempistiche, informare i cittadini della delicata questione, vagliandone gli aspetti positivi e negativi all’interno di un’assise comunale appositamente convocata, ed indicendo eventualmente un referendum sul delicato tema, applicando finalmente questo strumento di democrazia diretta tanto pubblicizzato in campagna elettorale e mai concretamente adottato.
E adesso ?
Tranquilli cari concittadini, non tutto è perduto e, siamo certi, il sindaco non permetterà che un tale scempio passi inosservato a discapito della comunità che rappresenta. Arrivati a questo punto, riparando all’errore precedente, adotterà sicuramente una nuova ordinanza sospensiva dei lavori (questa volta a sua firma!). E’ nelle sue prerogative quale massima autorità sanitaria locale ed ufficiale di governo in materia di ordine e sicurezza pubblica, lo può fare… lo farà – a meno che nel frattempo non abbia già adottato qualche provvedimento di eguale efficacia che possa comunque spiegare i suoi effetti – ed in questo caso avrà anche l’appoggio dell’intera opposizione; a chi mai verrebbe in mente di contestare una simile decisione considerato che allo stato sembra essere l’unica strada percorribile per guadagnare tempo a tutela dell’ambiente e della salute dei suoi cittadini ?
Epperò un dubbio atroce ci sovviene… ma Pino Capalbo non è lo stesso sindaco che in nome del cambia vento voleva portare l’ecodistretto ad Acri, scommettiamo che anche il 5G non risulterà dannoso per la salute delle persone??!