dì Innovatori della politica
Dopo le recenti novità che hanno acceso il dibattito politico nella nostra città, abbiamo sentito il dovere morale di intervenire per sottolineare, ancora una volta, tutta una serie di manifeste contraddizioni, illogicità e scelleratezze che caratterizzano, ormai da circa un anno e mezzo, l’operato amministrativo del nostro “ signor Sindaco”.
Come i cittadini più accorti ricorderanno, nella scorsa campagna elettorale, l’ex consigliere Pino Capalbo prometteva di cambiare il vento della politica acrese, coniando perfino all’uopo lo slogan “Acri cambia vento”. Ebbene, dopo circa quindici mesi di governo, egli in pratica ha cambiato solo una cosa, ovvero gli assessori che lo stesso aveva precedentemente nominato. Revocandoli perché, a suo dire, i medesimi erano privi di alcune competenze necessarie all’espletamento delle funzioni solo qualche mese prima attribuite. Tutto ciò stride, però, con quanto dichiarato dallo stesso primo cittadino, il quale in molteplici occasioni si dichiarava, anche a più riprese, pienamente soddisfatto per i risultati ottenuti nel primo anno di amministrazione, ritenendoli addirittura frutto di un autentico miracolo, anche in virtù della situazione economico-finanziaria dell’ente. Viene spontaneo chiedersi pertanto se alle spalle di questo rimpasto, il quale evidentemente nasconde la totale ammissione di un vero e proprio fallimento politico, che noi Innovatori già da tempo denunciamo, ci siano ragioni diverse rispetto a quelle esposte, fra l’altro succintamente, alla cittadinanza.
Ancora più sgomento provoca il silenzio sul punto da parte degli assessori dimissionari, i quali dovrebbero, a nostro modesto parere, fornire almeno ai propri elettori un’ulteriore delucidazione sulla vicenda e sui reali motivi che stanno alla base della destituzione in oggetto, sempre ammesso e non concesso, che gli stessi ne abbiano compreso le reali ragioni. Infatti, in questo preciso momento, sarebbe quanto mai opportuno che i cittadini siano posti nelle condizioni di giudicare serenamente l’opportunità e la rilevanza di scelte che incidono, e non poco, sulla gestione della cosa pubblica. Stupisce, inoltre, la moderazione e l’assordante silenzio di qualche consigliere d’opposizione che, solamente qualche mese addietro, sembrava indignarsi per fatti molto meno gravi di quelli appena accaduti.
Chiudiamo con un’ultima riflessione. Siamo poi tanto sicuri che la Giunta precedente sia l’esclusiva causa di questo conclamato fallimento politico? Siamo certi che i consiglieri di maggioranza ed il Sindaco in persona siano immuni da qualsiasi responsabilità? Il controllo sull’operato di una maggioranza inadeguata e, a tratti, dequalificata, è stato scrupolosamente effettuato dal “signor Sindaco”? Sicuramente le prossime elezioni regionali rappresenteranno un’importante occasione per un accurato tagliando sull’operato complessivo dell’amministrazione comunale, dal quale non sarà risparmiato neppure il Partito Democratico di Acri. A tal proposito, ricorderete tutti che la scorsa Festa dell’Unità, tenutasi ad agosto, è stata definita dallo stesso Pd come l’apertura di un successone. A noi però, più che l’apertura di un successone, è sembrata in realtà l’apertura di una successione, mortis causa, dove il de cuius era lo stesso Pd che si voleva celebrare.
Ai nuovi assessori i migliori auguri di buon lavoro per il bene della città, senza pregiudizio ma con sincero rispetto e profonda stima. Alla cittadinanza la promessa, che ad alcuni malpensanti potrebbe suonare più come una minaccia, che gli Innovatori continueranno imperterriti la loro opera di controllo al fine di vigilare, secondo la massima platonica, sul corretto operato degli stessi custodi.
Tanto dovevamo alla città.