TERRITORIO | Fase 2, ristoratori allarmati da lettera Asp Cosenza ai sindaci

COSENZA – Aree per la ristorazione all’aperto su suolo pubblico: nella provincia di Cosenza fanno discutere le “raccomandazioni” dell’Azienda sanitaria provinciale per l’operatività nella Fase 2.

Nel servire alimenti – scrive l’Asp ai sindaci –, è raccomandabile inibire il traffico veicolare e il parcheggio nelle prossimità di queste aree, porle su pedane rialzate rispetto al suolo e delimitarle da pannelli alti 2 metri, tutto in materiale igienizzabile (es: plexiglass, ndr).

Inoltre, negli spazi urbani quali vicoli o nelle vicinanze di abitazioni, “è necessario” dotarle di coperture per prevenire contaminazione da oggetti che potrebbero cadere dall’alto.

Accorgimenti, questi, ovviamente volti a scongiurare rischi di contagio da Covid-19, ma che – a detta di molti dei diretti interessati – taglierebbero le gambe in partenza alle attività già di per sé fortemente a rischio.

Nella categoria “attività di somministrazione di alimenti”, solitamente, rientrano quegli esercizi che somministrano ai tavoli pasti preparati in cucine: ristoranti, trattorie, pizzerie, bar gastronomici, pub e simili, come nel caso degli stabilimenti balneari con ristorazione.

Ma resta comunque che la lettera del direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza parla espressamente di “raccomandazioni”. È da capire quanto queste abbiano valore vincolante.

Logica vorrebbe di no. Se così fosse, lascerebbero la responsabilità nelle mani dei sindaci.

Nella premessa, inoltre – citiamo dalla lettera stessa –, esse sono riferite unicamente agli “esercizi commerciali in possesso di registrazione sanitaria per l’attività di somministrazione che intendessero avviare tale tipologia in aree pubbliche comunali in concessione straordinaria”.

Non riguardano dunque le concessioni ordinarie, per le quali si paga normalmente la tassa di occupazione del suolo pubblico.

La lettera fa salve le Linee di indirizzo per la riapertura delle Attività economiche e produttive prodotte dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome il 16 maggio 2020, allegate al Dpcm 17 maggio 2020 e recepite dalla Regione Calabria con ordinanza del presidente dello stesso giorno.

Queste, parlano di barriere da apporre tra i tavoli unicamente qualora si volesse derogare alla distanza minima di sicurezza consentita.

Le altre raccomandazioni dell’Asp di Cosenza – sono in tutto 9 –, in parte fanno riferimento ad adempimenti burocratici e in parte ad accorgimenti di natura igienica.

Ad esempio: divieto di ventilazione forzata, cibo servito in appositi contenitori coperti, sanificazione continua delle aree ristorazione e dei bagni ed evitare menù di carta.

Cosa succederà lo si vedrà nelle prossime ore. Di certo fa riflettere come questa Fase 2, così come è, sembri un pollaio all’interno del quale cantano almeno 4 galli: Stato, regioni, comuni e, adesso, anche l’Asp.

Così fosse, difficile che faccia giorno.

Fonte Infopinione.it

https://www.infopinione.it/index.php/2020/05/20/fase-2-ristoratori-allarmati-lettera-asp-cosenza-ai-sindaci/