Una persona perbene
di Franco Bifano
Ho avuto la fortuna di frequentare la sua famiglia grazie all’amicizia con il figlio Michele, da tutti in realtà chiamato Elio. Erano gli anni ‘80.
All’epoca eravamo come i famosi “quattro amici al bar” della canzone di Gino Paoli. Io, Elio, Remigio e Saverio. Erano gli anni della spensieratezza e delle moto. In città la presenza di queste ultime era in crescita. Remigio che nel gruppo era il più intraprendente, aveva comprato un vespone. Elio che fece la stessa cosa. Così si cominciò ad uscire in moto, coltivando la speranza di aver più successo con le ragazze. Tuttavia, Elio era quello di noi più impegnato. L’intuizione del papà di aprire un’attività per l’allevamento e la commercializzazione di polli, conigli ecc. andava molto bene. Del resto, chi non ha mai mangiato i polli del “Quequaro”? Venivano, persino, da fuori città per acquistarli, consapevoli della qualità e della freschezza del prodotto. Oggi, da quella sua idea è nata una grande Azienda di successo, grazie all’impegno dei figli e alla capacità di diversificare l’offerta dei prodotti mantenendo sempre comunque alta la qualità. Siamo Già alla terza generazione considerando che anche la nipote Antonella continua a svolgere l’attività del nonno.
Eugenio Coregrande, aveva un carattere forte e a tratti severo, tuttavia aveva un’innata capacità di conquistare le persone, per via di una simpatia istintiva che lo portava sempre ad essere al centro dell’attenzione. Era il primo a scherzare su quel suo originale soprannome che lo aveva reso noto a tutti. Sua moglie, la Signora Antonietta, invece era diversa, più riservata, ma ricca di bontà d’animo
La passione per la musica lo aveva portato ad installare sul suo “fuoristrada” addirittura delle casse esterne. Il suo percorso per le strade della città non passava inosservato e strappava comunque un sorriso. In una casetta appena fuori città, ha realizzato un presepe di cui andava fiero. Sapendo della mia collaborazione non la TV locale, non perdeva l’occasione per chiedermi di andare a filmarlo. In effetti, poi la troupe di AcriTV andò a realizzare una registrazione che lo rese felice. Amava stare in mezzo alla gente, fermarsi a scherzare raccontando divertentissimi aneddoti. Eppure se n’è andato senza clamori, in punta di piedi quasi a non voler disturbare. Con lui va via una persona perbene, insieme ad un altro importante tassello della storia della nostra città